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Appesi disperatamente sui fili della follia - Le pagelle di Sanfelici
Oggi alle 08:57Altre notizie
di Luca Cimini
per Bianconeranews.it

Appesi disperatamente sui fili della follia - Le pagelle di Sanfelici

INTER  -  JUVENTUS  4 a 4

DI GREGORIO  7  Incassa due rigori e quasi quasi il secondo lo para. Becca 4 reti e non ostante tutto risulta uno dei migliori. Realizza i capolavori nella seconda tornata, quando respinge un tiro di Barella e mette oltre la traversa un tiro di Di Marco deviato da Dusan. Tiene la Juve in partita nei momenti topici e porta a casa una prestazione di alto livello.

CAMBIASO  6,5  Limita Di Marco e già questo consente di rilanciare le velleità bianconere. Parte da esterno basso sinistro, ma quando la gara diventa un “ottovolante” lui si alza e appoggia gli scatti di Conceiçao. Diventa una pedina in più a centrocampo a e gioco lungo impedisce superiorità pericolose ai “prescritti”

KALULU   6,5  Combatte una battaglia come forse mai gli è capitato. Perchè quando giochi nella Juventus ogni esperienza è da attendersi. E se in fin dei conti Markus Thuram incide poco di più del fratello in panchina, è grande merito dell’ex milanista (grazie Diavolo!)

DANILO  6  Prima azione che sa di temerarietà da parte del mister. E per suffragare l’ipotesi, procura pressapoco lo stesso rigore confezionato in Champions. Dice: se lo penalizzo, poi si abbatte. Bravo, merlo, così penalizzi la squadra, o no? Comunque il capitano di mille lotte non demorde ed anche con un giallo inventato dal bellimbusto di Torre Annunziata, continua a lottare senza quartiere su, udite udite, Lautaro Martinez. Ho detto tutto e sufficienza meritata. (GATTI  6  Seconda spruzzata di follia: hai un centrale ammonito, devi rimontare e fatalmente scoprirti, perché aspetti a pareggio conseguito a sostituire l’ammonito? Gattone mio, ci mette esperienza e gamba, altro non può)

CABAL  6,5  E pensare che sembrava dimenticato in un angolo della Continassa. Non permette a Dumfries di dominare sulla fascia e se segna, lo fa in mischia con parziale colpa di Di Gregorio. Dà un senso tattico e di sostegno alle ripartenze juventine ed è molto difficile contendergli il pallone. Suo il suggerimento in profondità a McKennie che mette Dusan davanti alla porta, solo e segnante. Ottimo acquisto, da non più dimenticare, o.k.?

FAGIOLI   5   La tecnica non si discute, ma il fisico è quel che è e in partite di cappa e spada, risulta il primo a soffrire e, porca miseria, il primo a perdere palloni sanguinosi in mezzo al campo. Non si raccapezza proprio e basta un onesto pedatore con un po’ di fisico che gli subentri, per elevare la quantità del peso a centrocampo (SAVONA  6,5  Alimenta l’azione con le brutte e le cattive, senza badare allo stile, ma dopo la sua entrata la Juve prende campo e il furetto Francisco si sente supportato e son dolori per “quelli là”. Parte dai suoi piedi la palla che in area diventa buona per Yildiz per il pareggio)

LOCATELLI  6  Non giganteggia, ma copia ed incolla la manovra bianconera una, dieci, cento, mille volte. Colui che lavora nell’ombra, senza il quale non è solo ombra, ma notte fonda. Non si può fare a meno di lui, come il cacio sui maccheroni.

CONCEICAO   9   Ogni volta che sprinta, le fiamme alzate dall’erba bruciata, scottano qualche “cartonato”. Semplicemente invedibile, nel senso che non si riesce a vederlo, da tanto che è veloce. Serve a Weah la palla da spingere in rete per il vantaggio momentaneo. Poco dopo, va da solo alla caccia del goal, ma Sommer neutralizza la fiondata. Nella ripresa demolisce la difesa nerazzurra con una serie impressionante di scatti e dribbling da “mostra del cinema di Venezia”. Se Giuntoli non lo riscatta subito, è un mediocre.

McKENNIE  6,5  Quando la follia è lucida: il mister si priva di Yildiz sotto punta e preferisce l’americanino. Scelta ragionevole, ma azzardata. A meno che Motta abbia capito che in alto gli avversari vadano presi subito senza far loro guadagnare campo. E Weston su questo è un maestro. Fa da diga immediata e chiude un’azione dando a Dusan la palla del primo pari. Nel secondo tempo li rincorre tutti, portiere compreso, costringendolo al rinvio affrettato un sacco di volte. (THURAM  S.V.  Tanto per far contento papà, ma per un minuto, perché Inzaghi richiama fuori il fratello, quasi immediatamente. Fa densità, dicono quelli che ne capiscono, quando non c’è niente da spiegare)

WEAH   6,5  A sinistra? La follia si scatena. Come però un sacco di volte, nel gioco più pazzo dell’universo, succede, la mossa sortisce una rete e quasi due, se la palla a fine primo tempo scagliata dal figlio di cotanto padre, non facesse la barba al palo (si diceva una volta…), con Sommer che sgrana la corona del Rosario. Poi a mezzora dal termine saluta e lascia il posto al turchetto. (YILDIZ   8   Ma perché non inizia dal 1° minuto al centro dell’attacco? La risposta sarebbe degna di Basaglia. Eppure Kenan ha ancora il tempo di ritornare nella solita limitante posizione, anche se gli interisti lo sottovalutano e lui distribuisce biglietti da visita, non una sola volta, ma due. Due reti, di possesso, di astuzia, tiri mancini alla maniera di Till Eulenspiegel – chi è costui? Leggete, leggete. Ora il turchino turchetto si è fregato con i suoi stessi piedi: se non fa almeno 2 goal a partita, non vale!)

VLAHOVIC   6,5  Realizza una rete facile solo per gli sprovveduti, dato che in altre occasioni simili, Dusan ha avuto problemi grossi. Dà profondità alla manovra fino a quando un paio di errori a metà campo regalano la rete di Mkhitaryan e il secondo rigore, non c’entra lui. Da lì in avanti la sua gara cambia vistosamente fino a consigliare il mister a cambiarlo con...Mbangula, noto centravanti di sfondamento, reincarnazione di Chinaglia. (MBANGULA  S.V. La dichiarazione evidente di un deficit di attaccanti che sa di “braccino corto” colpevole. Entra per simulare le idee di Guardiola, ma non è Messi e nemmeno Iniesta. Poi Yildiz pareggia di suo e il cambio resta folle, ma indolore)

THIAGO MOTTA  6,5  Un quarto d’ora prima del fischio d’inizio, il mister rischia il ricovero in qualche clinica per stravaganze mentali, diciamo così. Dato che anni fa le hanno chiuse, allora il mister va in panchina. Colleziona una serie di scelte discutibili, nella più morbida della accezioni, non lo fa apposta: è proprio una sua “forma mentis”. Sta di fatto che lui sta perdendo 4 a 2, lasciando dentro Weah ancora per 10 lunghissimi muniti. Poi, entra il castigamatti di serata e si pareggia, quasi si vince e Thiago Motta diventa un grande mister. Così va il calcio, che piaccia  o meno. Mi dovrebbe spiegare perché far rischiare il secondo giallo a Danilo, tenendolo in campo a difendere con i denti su Thuram punta. Mi dovrebbe spiegare tante altre cose, ma siccome non perde, anzi fa il condottiero di una serata esaltante, prende un voto abbondante. Ho già scritto che così funziona il calcio? Sì? Allora ci siamo capiti.

Marco Edoardo SANFELICI