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Magnanelli: "Il Derby non è una partita come le altre, dispiace non poter far giocare tutti"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 17:14Primavera
di Alessio Tufano
per Bianconeranews.it

Magnanelli: "Il Derby non è una partita come le altre, dispiace non poter far giocare tutti"

Alla vigilia del derby della Mole contro il Torino, il tecnico della Juventus Under 20 Francesco Magnanelli ha presentato la partita contro i granata in un'intervista rilasciata al sito ufficiale del club: "Questo è un periodo positivo, siamo ancora all’inizio, anche se ormai sono passati tre mesi, è la prima fase di un percorso di crescita, di un consolidamento della squadra. I ragazzi sono in una fase in cui apprendono tantissimo, ma allo stesso tempo sono in un momento di costruzione, e intendo proprio singolarmente, come individui. Tutti i giorni ci sono cose nuove da imparare, e questo riguarda sia me che i ragazzi: più che una linea di crescita costante viviamo dei momenti di “up and down”, come è normale che sia. Credo però che loro stiano capendo molto bene l’idea che abbiamo, a livello di calcio e di mentalità, che è una cosa per noi fondamentale. Determinati atteggiamenti e determinati valori, secondo me, sono quelli che cementano il gruppo e permettono di raggiungere risultati: per questo posso dire che questo è sicuramente un bel periodo. Ho la fortuna di avere a disposizione una squadra di ragazzi di alto livello, inoltre sono in tanti, e quindi c’è la possibilità di sperimentare, provare, anche sbagliare insieme. Il gruppo ci segue in tantissime cose che chiediamo, ed è bello confrontarsi, ci si affeziona a questi ragazzi, che sono in un'età molto particolare, ma molto bella. La Primavera è una categoria affascinante da allenare, che secondo me ti regala basi importanti. Quelli che viviamo insieme sono i valori che mi hanno guidato durante la carriera, sono le cose in cui credo, fin da piccolo, e quindi per me valgono, quasi più del “credo” calcistico. Stare bene, credere in sé stessi, avere un gruppo di persone pronte a dare tutto, per me e per la squadra, vale più dei discorsi tecnici e tattici. La speranza è che si vada avanti così per tutta la stagione: la soddisfazione più grande sarebbe quella di lasciare ai ragazzi qualcosa per il loro futuro calcistico, e non solo; vogliamo portarli ad approcciare nel modo giusto alle scelte: sfruttare l'occasione quando è il momento giusto, spingere quando è ora.

Il calcio è pazzesco: se ti alleni sempre bene, quando hai l'occasione, difficilmente sbagli. Ci aspetta un periodo difficile, perché abbiamo due blocchi di partite con la sosta di mezzo veramente toste: abbiamo sette partite in venti giorni e poi ne abbiamo nove a seguire. Quindi saremo sempre sotto sforzo e pressione, ci sarà bisogno di tutti, perché noi crediamo fortemente in tutti quanti, quindi avranno la loro occasione e sono convinto che si faranno trovare pronti. Il Derby? È inevitabile che questa sia una partita diversa, e la mia difficoltà più grande non è stato nel prepararla a livello tecnico-tattico, anzi, in questi casi bisogna lavorare per tranquillizzare i ragazzi; la difficoltà per me è non far giocare tutti. D’altronde, cerchiamo di fare le scelte migliori in base alla partita, al momento, al calendario degli impegni, allo stato dei ragazzi. La speranza è fare una buona partita e che sia una bella giornata di sport, cosa di cui sono sicuro, conoscendo anche i colleghi del Toro. L’Europa è un'esperienza bellissima, affascinante, stimolante: credo che sia qualcosa che arricchisce tantissimo, uscire dall'Italia, confrontarsi con squadre diverse analizzandole, e visitando centri sportivi stupendi. Si ha possibilità di confrontarsi con un'idea di calcio totalmente diversa dalla tua e perché no, apprendere qualcosa. Io credo che il mio modo di rapportarmi coi ragazzi sia lo stesso che avevo con i giocatori della Prima Squadra nella precedente esperienza. Ovviamente loro hanno 19 anni, una vita totalmente diversa, pressioni e problematiche totalmente diverse, quindi devi riuscire ad analizzare ogni singolo caso in modo differente, mantenendo una linea di coerenza. L’unica cosa che cerco di fare è trattarli “da grandi”, perché è fondamentale, soprattutto nell’ottica della loro crescita, come ragazzi e giocatori".