Thiago e la Juve si godono il momento oltre ogni ragionevole dubbio
Dubbi non ce n'erano già prima dell'inizio del campionato e ancor meno ce ne sono oggi: Thiago Motta era - ed è - la figura centrale attorno alla quale è stato correttamente pensato il rinnovamento bianconero. Il cambio dell'allenatore era diventato prioritario nella gerarchia delle cose da fare e sul campo se ne stanno vedendo i margini. Lo dicevamo dopo la partenza sprint e lo sostenevamo quando il blackout di risultati aveva ringalluzzito il partito dei pentiti. E lo confermiamo dopo il successo di Genova che racchiude nei suoi 90 minuti tutta la Juve di inizio campionato: spietata quando riesce a sbloccarsi e comunque sempre convinta delle proprie potenzialità. Gli alti e i bassi nel rendimento dei protagonisti impiegati, e in qualche caso anche inaspettatamente, mostrano quanto sia difficile cambiare il fatidico dna di una squadra. E quanto tempo e pazienza servano per vederne i risultati. La strada è quella giusta non solo perché ce lo dice il mister dalle poche parole, ma perché è talmente evidente vederne il percorso: in salita, tortuoso, impegnativo ma chiaramente tracciato verso la direzione programmata. Come nel passato conta sempre vincere, ma per come è cambiato il calcio si sta provando a cambiare anche il modo per arrivarci. La sfida è intrigante, rischiosa e necessaria allo stesso tempo.
Genova – A Genova la squadra si è sbloccata dopo un primo tempo avarissimo di occasioni ricco però di spunti legati alla formazione sempre un “pizzico” troppo sperimentale. Se il calcio è una cosa semplice anche le scelte dovrebbero essere tali. È vero che la difesa non prende gol, ma è anche vero che mischiare ruoli e giocatori non sempre aiuta. Danilo terzino di fascia e di spinta non ha funzionato, come lo stesso capitano aveva più volte provato a far capire a Motta in allenamento, e per questo nella ripresa è stato ricollocato nella sua confort zone al fianco dell'instancabile Bremer. Mossa che ha dato la possibilità a Kalulu di scalare sulla fascia e di cavalcare agevolmente sulla prateria di destra. Dall'altra parte la sbiadita prestazione del giovanissimo Rouhi fa registrare il vantaggio di aver allungato la lista degli under 21 utilizzati, non da semplici comparse, in questo torneo: ben quattro, compresi Yldiz, Mbangula e Savona.
Muro – Non avendo subito però gol per la sesta volta consecutiva la Juventus di Thiago è diventata la squadra con l'imbattibilità più lunga dalla stagione 94/95, ovvero dall'introduzione dei tre punti a vittoria. Una prima volta in assoluto anche perché capitato nelle prime sei partite stagionali. Dal muro che regge all'attacco che torna a funzionare con la doppietta di Vlahovic e il primo gol in maglia bianconera del folletto Conceiçao, tutta corsa e dribbling che non potranno che far bene alla squadra anche quando non partirà dalla panchina. La Juve è seconda in classifica alle spalle del Napoli e davanti alle milanesi e al Torino, ma con margini di miglioramento – e assestamento – imprevedibili.