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Juventus-Cagliari 1-1: i dettagli che rovinano la bella prestazione dei bianconeriTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 07:02Primo piano
di Nerino Stravato
per Bianconeranews.it

Juventus-Cagliari 1-1: i dettagli che rovinano la bella prestazione dei bianconeri

Il pareggio dell'Allianz contro i sardi riletta in chiave tattica per voi da Bianconeranews.

Dopo il fischio finale, al 98', molti tifosi bianconeri hanno avuto bisogno di un forte digestivo per smaltire il pranzo domenicale. 

Il pareggio del “lunch match” contro il Cagliari sta strettissimo alla Vecchia Signora, che per larghi tratti ha dominato la gara. 

Rispetto alla formazione iniziale della magica serata di Lipsia, Thiago Motta cambia 4 uomini nel suo 1-4-2-3-1. 

Locatelli e Thuram prendono il posto di Fagioli e McKennie, mentre Gatti e Conceição, così come era avvenuto nel corso del match di Champions, prendono il posto degli infortunati Bremer e Nico Gonzalez. 

Nella fase di non possesso la Juventus aggredisce alta, quando in Cagliari prova a costruire: funzionale è la posizione di Koopmeiners, che si affianca a Vlahovic in pressione sui centrali. 

In tutta risposta, il Cagliari prova spesso a lanciare la palla lunga dal difensore centrale al centravanti. Qui si fa sentire l’assenza di Gleison Bremer, maestro nell’anticipare il centravanti avversario su palle alte. A fronteggiare questi palloni ci si ritrova spesso Gatti, che sbaglia qualche lettura di troppo attraverso la concessione della seconda palla ai rossoblù. In risposta allo sviluppo della squadra di Nicola sulle corsie, la Juventus va al raddoppio sistematico con gli esterni alti evitando grossi pericoli dalle parti di Di Gregorio.

Purtroppo, però, i dettagli fanno la differenza, soprattutto quando la partita vive un equilibrio precario nel risultato. E il dettaglio determinante a sfavore è la mancanza di un principio fondamentale in fase difensiva: controllo e cautela. Douglas Luiz effettua un intervento tanto irruento quanto inutile su Piccoli, regalando il rigore del pareggio ai sardi.

Se la fase di non possesso può aver mostrato qualche sbavatura, di cui una macroscopica, la fase offensiva è pressoché perfetta nella costruzione e nello sviluppo. La Juventus costruisce con un 1-3-3-4. Cambiaso si alza sulla linea dei centrocampisti: ciò consente a Koopmeiners di giocare al fianco di Vlahovic. Questo sistema di gioco viene alternato poi in un 1-4-2-4, che cerca di sfruttare le sovrapposizioni sulle corsie laterali. Quando la manovra riesce ad isolare nell’uno contro uno Conceição, il portoghese diventa una spina nel fianco nella retroguardia dei sardi. Anche le rotazioni in mezzo al campo funzionano benissimo, con Locatelli e Thuram prima e Douglas Luiz e Fagioli poi. Questi si altenano davanti la difesa e nell’occupazione dello spazio a ridosso della zona di finalizzazione. Tutto ciò è testimoniato anche dai dati statistici su possesso palla e passaggi riusciti, che risultano essere i più alti della gestione Motta. Ma, per avere la meglio sugli avversari, nel gioco del calcio c’è bisogno di essere abili nella terza e decisiva fase di possesso palla: la finalizzazione.

Qui le percentuali statistiche della partita calano drasticamente, rispetto alle tante occasioni create dai bianconeri, che riescono a realizzare solo con un tiro dal dischetto. L’altra “sliding doors” della partita, insieme all’intervento sciagurato di Luiz, è l’occasione da gol che capita appena 9 minuti prima del fallo da rigore procurato dal brasiliano. Vlahovic si ritrova un pallone sul sinistro e la porta spalancata di fronte. Il serbo riesce nella cosa più difficile: non centrare la porta. Davvero un peccato perché, mai quanto questa volta, Dusan è stato utilissimo in entrambe le fasi di gioco. Tuttavia l’errore sotto porta, che ha graziato Scuffet, è da matita rossa. E 9 minuti dopo si rivelerà putroppo decisivo per il risultato finale. 

Se fosse stato un incontro di boxe, i bianconeri avrebbero ottenuto una larga vittoria ai punti, ma il calcio è un’altro sport. E lo sa bene Thiago Motta, che dovrà lavorare molto su questi dettagli, che possono fare la differenza tra l’ottenere una bella vittoria e il mangiarsi le mani per i punti persi.