
Taremi e Zielinski, questa volta i parametri zero non hanno funzionato. E l'Inter cambia strategia
Parametri zero che passione. Gli affari a colpo zero, l’usato sicuro quasi garantito, sono sempre stati considerati un marchio di fabbrica di Beppe Marotta, oggi presidente dell’Inter ma che anche in passato - basti pensare al supercolpo Pogba alla Juventus - ha sfruttato questa possibilità portando a casa grandi affari. In realtà, il parametro zero è stato un tipo di acquisto molto “comodo” per la gestione recente del club nerazzurro, e in diversi casi gli stessi Piero Ausilio e Dario Baccin hanno seguito questa via, nel quadro di una dirigenza che si è mossa in grande armonia. E ha fatto di necessità virtù: l’ultima fase dell’era Suning, nel segno dell’austerity e dell’auto-sostentamento, ha reso spesso inevitabile ricorrere a questo tipo di acquisto per portare a casa giocatori di alto valore tecnico.
Non tutte le ciambelle riescono col buco. Anche nell’ultima estate, inaugurata dal passaggio di proprietà ma con la gestione Oaktree non ancora andata a regime, è stata caratterizzata da due colpi a zero. Entrambi chiusi prima dell’avvicendamento al vertice, perché in questi casi ci si deve muovere con grande anticipo. I nomi sono quelli di Mehdi Taremi e Piotr Zielinski. Entrambi, seppur con ragioni diverse, si sono guadagnati il non troppo ambito titolo di flop.
L’iraniano, che nelle ultime settimane ha dato la sensazione di un’involuzione preoccupante, è fermo a 3 gol, considerando tutte le competizioni. Arnautovic, che l’Inter ha valutato di cedere sia in estate che a gennaio, ha segnato più del doppio. Gol a parte, sono proprio i segnali che manda Taremi - da tutti descritto come un bravissimo ragazzo, magari un po’ timido - a lasciare grossi dubbi: anche ieri sera col Milan, al netto di una bella sponda, poco mordente e quasi nulla da segnalare.
L’ex Napoli non è andato molto meglio, per quanto in questo caso pesi l’infortunio che lo ha messo ai box da inizio marzo e da cui dovrebbe rientrare nelle prossime settimane. Anche prima del ko forzato, però, l’ex Napoli non era riuscito davvero a insinuare dubbi nella testa di Inzaghi, relativamente al ballottaggio con Mkhitaryan di cui avrebbe dovuto essere una valida alternativa. Delle 33 presenze stagionali - comunque dieci in meno di Frattesi -, Zielinski ne ha giocate appena 14 dal primo minuto. Un’istantanea abbastanza chiara.
Il doppio flop - può capitare - ha peraltro dei risvolti non secondari: entrambi hanno contratti (non pesantissimi ma nemmeno leggeri: 3 milioni più bonus Taremi, circa 4,5 Zielinski) di lunga durata. Mehdi fino al 2027, Piotr fino al 2028. Inevitabile, in questi casi, ma significa anche che per cambiare l’Inter dovrebbe cercare delle cessioni, e si tratta - come sempre per i parametri zero - di giocatori il cui valore realisticamente non aumenta comunque col passare del tempo. Una questione molto cara a Oaktree che, pur senza rivoluzioni nette, ha dato indicazioni precise per il calciomercato del futuro. Ecco perché, a oggi, l’Inter non ha chiuso alcun colpo a parametro zero: è vigile su un potenziale affare come Jonathan David, ma nulla di più.
Non tutte le ciambelle riescono col buco. Anche nell’ultima estate, inaugurata dal passaggio di proprietà ma con la gestione Oaktree non ancora andata a regime, è stata caratterizzata da due colpi a zero. Entrambi chiusi prima dell’avvicendamento al vertice, perché in questi casi ci si deve muovere con grande anticipo. I nomi sono quelli di Mehdi Taremi e Piotr Zielinski. Entrambi, seppur con ragioni diverse, si sono guadagnati il non troppo ambito titolo di flop.
L’iraniano, che nelle ultime settimane ha dato la sensazione di un’involuzione preoccupante, è fermo a 3 gol, considerando tutte le competizioni. Arnautovic, che l’Inter ha valutato di cedere sia in estate che a gennaio, ha segnato più del doppio. Gol a parte, sono proprio i segnali che manda Taremi - da tutti descritto come un bravissimo ragazzo, magari un po’ timido - a lasciare grossi dubbi: anche ieri sera col Milan, al netto di una bella sponda, poco mordente e quasi nulla da segnalare.
L’ex Napoli non è andato molto meglio, per quanto in questo caso pesi l’infortunio che lo ha messo ai box da inizio marzo e da cui dovrebbe rientrare nelle prossime settimane. Anche prima del ko forzato, però, l’ex Napoli non era riuscito davvero a insinuare dubbi nella testa di Inzaghi, relativamente al ballottaggio con Mkhitaryan di cui avrebbe dovuto essere una valida alternativa. Delle 33 presenze stagionali - comunque dieci in meno di Frattesi -, Zielinski ne ha giocate appena 14 dal primo minuto. Un’istantanea abbastanza chiara.
Il doppio flop - può capitare - ha peraltro dei risvolti non secondari: entrambi hanno contratti (non pesantissimi ma nemmeno leggeri: 3 milioni più bonus Taremi, circa 4,5 Zielinski) di lunga durata. Mehdi fino al 2027, Piotr fino al 2028. Inevitabile, in questi casi, ma significa anche che per cambiare l’Inter dovrebbe cercare delle cessioni, e si tratta - come sempre per i parametri zero - di giocatori il cui valore realisticamente non aumenta comunque col passare del tempo. Una questione molto cara a Oaktree che, pur senza rivoluzioni nette, ha dato indicazioni precise per il calciomercato del futuro. Ecco perché, a oggi, l’Inter non ha chiuso alcun colpo a parametro zero: è vigile su un potenziale affare come Jonathan David, ma nulla di più.
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