
Damascelli: "Motta liquidato da una società fantasma. Furbata dei dirigenti per salvarsi"
“Il cambio è una furbata dei dirigenti per salvarsi”. Sulle pagine de Il Giornale, Tony Damascelli commenta così le novità in casa Juventus, dopo l’esonero di Thiago Motta e l’affidamento della squadra bianconera a Igor Tudor. “Ma che bestia di domenica hanno vissuto John Elkann e la sua orchestra è facile immaginarlo”, esordisce l’articolo, che fa riferimento anche alla doppia squalifica della Ferrari.
“Da oltre un mese - continua il pezzo - Motta ha sentito le voci: esonerato, rimandato, delegittimato, ma lui mai ha cambiato quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così che hanno quelli che vanno alla Continassa. Lo ha fatto fatto fuori, ma lui per primo non è mai entrato dentro”, si legge nell’articolo che fa riferimento ai rimpianti bianconeri nei confronti di Massimiliano Allegri.
“Motta liquidato da una società fantasma nella quale tutti fanno niente e niente riescono a fare poco, sbagliando il mercato, non trovando lo straccio di uno sponsor, risultando assenti, per modestia, nelle decisioni politiche: la fine di una storia e di una famiglia”, attacca Damascelli. Che chiosa: “Riferiscono che Giuntoli avrebbe detto a Motta: «Mi vergogno di averti scelto» (frase poi abilmente tolta dal circuito), sarebbe più dignitoso andarsene insieme con l’oggetto-soggetto della vergogna. John Elkann prenda spunto da ciò, chi ha sbagliato non può cavarsela, va messo da parte”.
“Da oltre un mese - continua il pezzo - Motta ha sentito le voci: esonerato, rimandato, delegittimato, ma lui mai ha cambiato quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così che hanno quelli che vanno alla Continassa. Lo ha fatto fatto fuori, ma lui per primo non è mai entrato dentro”, si legge nell’articolo che fa riferimento ai rimpianti bianconeri nei confronti di Massimiliano Allegri.
“Motta liquidato da una società fantasma nella quale tutti fanno niente e niente riescono a fare poco, sbagliando il mercato, non trovando lo straccio di uno sponsor, risultando assenti, per modestia, nelle decisioni politiche: la fine di una storia e di una famiglia”, attacca Damascelli. Che chiosa: “Riferiscono che Giuntoli avrebbe detto a Motta: «Mi vergogno di averti scelto» (frase poi abilmente tolta dal circuito), sarebbe più dignitoso andarsene insieme con l’oggetto-soggetto della vergogna. John Elkann prenda spunto da ciò, chi ha sbagliato non può cavarsela, va messo da parte”.
Altre notizie
Ultime dai canali








Primo piano