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Pulici: "Gli italiani non sono più capaci, il calcio è pieno di stranieri. È una delusione"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
ieri alle 21:30Serie A
di Daniel Uccellieri
fonte Da Montecatini, Lorenzo Marucci e Niccolò Ceccarini

Pulici: "Gli italiani non sono più capaci, il calcio è pieno di stranieri. È una delusione"

Paolo Pulici, storico attaccante del Torino, ha rilasciato alcune dichiarazioni a margine del Trofeo Maestrelli. Queste le sue parole raccolte da TMW

"Un'emozione unica, essere ricordato in questo modo fa sempre piacere. Non c’è niente da dire, essere qui è bello, e poi ho visto che siamo in tanti, davvero tanti".

A fine carriera, lei non ha mai voluto lavorare con i grandi?
"No, io non ho mai voluto. Mi hanno sempre insegnato che prima di essere calciatori bisogna essere uomini. Oggi, purtroppo, ci sono pochi che la pensano così.

E a proposito di oggi, cosa ne pensa del calcio attuale?
"Per me non è più il calcio di una volta. La prova è che, come vedete, siete qui per incontrare uno che ha giocato vent'anni fa, mentre i calciatori di oggi non hanno lo stesso rispetto per i tifosi che avevamo noi"

Anche se non ha visto spesso il Torino di oggi, si è fatta un’idea?
"Non è che non mi faccia un’idea, è che le delusioni pesano, e allora preferisco non pensarci troppo. Però per rilanciarsi, a questo Torino, servirebbe quello che si diceva una volta: prima di essere calciatori bisogna essere uomini. Se sei un uomo e poi un giocatore, ottieni tutto.

Parlando degli attaccanti del calcio italiano di oggi, ce n’è uno che le piace particolarmente?
"Gli attaccanti? Ormai giocano tutti gli stranieri. Costano meno e non creano problemi. Quindi, non c’è nessuno che mi colpisca particolarmente".

In Nazionale ci sono Reteghi e Kean.
Ma perché bisogna far giocare chi ha solo il bisnonno italiano? Non ci siamo".


Succedeva anche in passato, però…
"No, tanti anni fa era diverso. O eri italiano, o non giocavi. Oggi gli italiani non sono più capaci, il calcio è pieno di stranieri. È una delusione".

Il problema parte dai settori giovanili, secondo lei?
"Parte da dove si vuole, ma dipende dalla scelta che fa la società. Se devo scegliere un giocatore, non vado a cercarlo a Parigi o Berlino, vado in Italia, a Napoli, a Palermo, a Milano. Bisogna guardare le cose con una certa ottica. Ora, invece, pensano solo a far giocare gli stranieri, probabilmente perché costano meno."

Qual è stato l'ultimo grande attaccante italiano, secondo lei?Gli ultimi grandi attaccanti italiani che ho conosciuto sono stati Gigi Riva, Boninsegna, Savoldi. Erano giocatori che facevano godere i tifosi durante tutta la stagione. Non come adesso, che il tifoso non sa nemmeno perché va allo stadio".

Nel Torino ci sono Casadei e Ricci
"Ricci è un ragazzo che sta salendo, ma è da tanto che sta crescendo. Bisogna vedere se non lo rovinano.

Il Torino secondo lei dovrebbe essere venduto?
"Se non lo decide Cairo, possiamo ragionare come vogliamo. Gioca a metà bassa classifica e basta. Non è che stai sempre lì, aspettando la fine del campionato per vedere se ti salvi senza avere problemi. Però è stabile, e lui dice che il bilancio è a posto, che ha dato sicurezza alla società. Ma il bilancio è davvero a posto? Quale bilancio? Anche quello economico… ci guadagna lui o la società? Questo è ciò che uno si chiede. I tifosi non si preoccupano di quanti soldi intasca lui, si chiedono quanti soldi la società stia guadagnando per raggiungere certi traguardi"

Dovrebbe puntare almeno all'Europa?
"Puntare è una cosa. Ma per arrivarci, la squadra deve essere in grado di competere. La squadra, sinceramente, non la vedo. Poi magari mi sbaglio".