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Brasile, Ronaldo rinuncia alla candidatura: "Non ho ricevuto sostegno dagli elettori"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 16:42Calcio estero
di Michele Pavese

Brasile, Ronaldo rinuncia alla candidatura: "Non ho ricevuto sostegno dagli elettori"

Una notizia a sorpresa arriva dal Brasile e riguarda Ronaldo Luís Nazário de Lima. Il Fenomeno ha infatti deciso di ritirare la sua candidatura alla presidenza della Confederazione calcistica brasiliana (CBF) e lo ha annunciato sui social.

L'ex giocatore di Inter e Milan aveva manifestato in più occasioni la sua intenzione di cambiare il calcio verdeoro: "Dopo aver dichiarato pubblicamente la mia volontà di candidarmi alla presidenza della CBF nella prossima sessione plenaria, ritiro ufficialmente la mia intenzione. Se la maggioranza con potere decisionale pensa che il calcio brasiliano sia in buone mani, la mia opinione ha poca importanza. La mia idea era quella di dare voce e spazio ai club, nonché di ascoltare le federazioni per migliorare le competizioni e lo sviluppo sportivo in tutte le regioni. Il cambiamento necessario deriverebbe da questo allineamento strategico, con la forza della visione condivisa", ha scritto Ronaldo su Instagram.


Il proprietario del Real Valladolid spiega di essersi imbattuto in una delle clausole per diventare presidente, che richiede al candidato di avere il sostegno di almeno quattro federazioni statali, oltre a quattro club, per poter registrare la propria candidatura. Ronaldo non è riuscito a ottenere questo appoggio per diventare presidente della CBF: "Nel mio primo contatto con i 27 membri, ho trovato 23 porte chiuse. Le federazioni si sono rifiutate di accogliermi nelle loro case, sostenendo di essere soddisfatte dell'attuale amministrazione e di sostenerne la rielezione. Non ho potuto presentare il mio progetto nel modo che desideravo. Non c'è stata alcuna apertura al dialogo. Lo statuto dà alle federazioni la maggioranza dei voti, e quindi è chiaro che non c'è modo di raggiungere un accordo. La maggior parte dei leader statali sostiene il presidente in carica; è un loro diritto e io lo rispetto, indipendentemente dalle mie convinzioni".