
L’Inter ha risposto: sempre con Inzaghi, anche rischiando. E aveva ragione su Acerbi ala
Se c’era un qualche minimo dubbio, la serata dello stadio De Kuip ha dato una serie di risposta, ma una prima di tutte: l’Inter segue Simone Inzaghi e lo farà sempre e comunque. La formazione nerazzurra resta impressionante per il suo rendimento, soprattutto a livello difensivo - un solo gol subito in Champions League -, ma a a colpire è stata la capacità del gruppo di sposare le scelte, rischiose per quanto obbligate, del proprio allenatore.
Non solo Bastoni. La prestazione più convincente, in tal senso, è stata ovviamente quella del difensore, schierato esterno nel 3-5-2. Ha impiegato il primo tempo a prendere le misure, nel secondo ha fatto malissimo al Feyenoord, quasi come fosse Dimarco. Ma non c’è solo lui: Kristjan Asllani, per esempio, ha gestito la pressione di mandare in panchina Calhanoglu - perfettamente disponibile sebbene acciaccato - in una serata di quelle in cui il pallone pesa doppio. E lo stesso si potrebbe dire, se non fosse mancato in un momento chiave come il rigore che avrebbe chiuso la questione, per il polacco Zielinski.
Acerbi ala: aveva ragione Inzaghi. Persino il 37enne Francesco Acerbi ha impressionato. Alla vigilia, Inzaghi aveva fatto sorridere con un ipotetico qui pro quo sulla catena di sinistra. Non era così, a Rotterdam l’ex Lazio è finito in diversi momenti della partita a fare l’ala. Roba normale, quando ci sono Dimarco e Bastoni: non proprio, quando si parla di un giocatore che ha vissuto tutta la carriera al centro della difesa e in questa stagione ha anche saltato diverse settimane per guai fisici. Inzaghi ha smentito chi - ammissione: anche su queste pagine - aveva pensato che il De Kuip potesse servire a sfoderare un pensiero laterale: la verità è che i principi dell’Inter sono così solidi da poter adattare i giocatori a essi, e non per forza viceversa. È una forza, ma non è scontato che lo sia.
Non solo Bastoni. La prestazione più convincente, in tal senso, è stata ovviamente quella del difensore, schierato esterno nel 3-5-2. Ha impiegato il primo tempo a prendere le misure, nel secondo ha fatto malissimo al Feyenoord, quasi come fosse Dimarco. Ma non c’è solo lui: Kristjan Asllani, per esempio, ha gestito la pressione di mandare in panchina Calhanoglu - perfettamente disponibile sebbene acciaccato - in una serata di quelle in cui il pallone pesa doppio. E lo stesso si potrebbe dire, se non fosse mancato in un momento chiave come il rigore che avrebbe chiuso la questione, per il polacco Zielinski.
Acerbi ala: aveva ragione Inzaghi. Persino il 37enne Francesco Acerbi ha impressionato. Alla vigilia, Inzaghi aveva fatto sorridere con un ipotetico qui pro quo sulla catena di sinistra. Non era così, a Rotterdam l’ex Lazio è finito in diversi momenti della partita a fare l’ala. Roba normale, quando ci sono Dimarco e Bastoni: non proprio, quando si parla di un giocatore che ha vissuto tutta la carriera al centro della difesa e in questa stagione ha anche saltato diverse settimane per guai fisici. Inzaghi ha smentito chi - ammissione: anche su queste pagine - aveva pensato che il De Kuip potesse servire a sfoderare un pensiero laterale: la verità è che i principi dell’Inter sono così solidi da poter adattare i giocatori a essi, e non per forza viceversa. È una forza, ma non è scontato che lo sia.
Altre notizie
Ultime dai canali








Primo piano