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Lukaku: "Con Kvara e McTominay come con Lautaro. E' tutto merito di Antonio Conte"
Il centravanti del Napoli Romelu Lukaku ha rilasciato una lunga intervista al podcast 'Friends of Sports'. Nel corso del botta e risposta il calciatore belga ha così parlato dei motivi che l'hanno spinto a rinunciare alla nazionale belga sia a settembre che a ottobre: “Nel mio primo colloquio con Domenico Tedesco volevo dirgli che avrei voluto lasciare la nazionale. Avevo già fatto quello che dovevo fare. Tedesco mi ha detto che aveva davvero bisogno di me e dopo una conversazione con mio fratello, ho deciso di continuare. In questi due mesi però ho scelto per me, ne avevo bisogno mentalmente e fisicamente. Non avevo fatto la preparazione estiva: perché dovrei mettermi di nuovo in una situazione del genere ora che stiamo facendo dei buoni progressi con il Napoli e sto gradualmente tornando in forma? Non ho il fuoco con cui ho sempre giocato in nazionale, non è acceso. Voglio andare alla Mondiale del 2026, questa è la mia motivazione”.
Poi sul suo rapporto con Antonio Conte ha aggiunto: "Quando arrivai in Italia mi disse: 'Ascoltami, nel mio sistema di gioco non puoi tenere troppo il pallone, devi ridarlo subito indietro, non devi giocare come Lautaro'. Da quel momento io e Lautaro sapevamo che dovevamo passarci il pallone l'uno con l'altro e che le qualità di Lautaro combaciavano perfettamente con le mie. Ci allenavamo continuamente a passarci il pallone, così a un certo punto sapevo perfettamente dove sarebbe andato lui o Sanchez o chiunque avrebbe giocato al suo posto. Adesso succede lo stesso con Kvaratskhelia. Questo riesce a fare Conte: crea una sorta di partnership tra i giocatori. La stessa cosa vale con McTominay".
Sul suo controverso rapporto con le squadre inglesi e con la Premier League, queste le parole di Lukaku: "In Inghilterra volevano mettermi in gabbia. Mi vedevano e pensavano: 'È il nuovo Drogba!'. Ma io non sono così: Didier stava molto di più spalle alla porta, poteva gestire la sfera da ovunque tu la giocassi. Ma non è il mio stile..."
Poi sul suo rapporto con Antonio Conte ha aggiunto: "Quando arrivai in Italia mi disse: 'Ascoltami, nel mio sistema di gioco non puoi tenere troppo il pallone, devi ridarlo subito indietro, non devi giocare come Lautaro'. Da quel momento io e Lautaro sapevamo che dovevamo passarci il pallone l'uno con l'altro e che le qualità di Lautaro combaciavano perfettamente con le mie. Ci allenavamo continuamente a passarci il pallone, così a un certo punto sapevo perfettamente dove sarebbe andato lui o Sanchez o chiunque avrebbe giocato al suo posto. Adesso succede lo stesso con Kvaratskhelia. Questo riesce a fare Conte: crea una sorta di partnership tra i giocatori. La stessa cosa vale con McTominay".
Sul suo controverso rapporto con le squadre inglesi e con la Premier League, queste le parole di Lukaku: "In Inghilterra volevano mettermi in gabbia. Mi vedevano e pensavano: 'È il nuovo Drogba!'. Ma io non sono così: Didier stava molto di più spalle alla porta, poteva gestire la sfera da ovunque tu la giocassi. Ma non è il mio stile..."
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