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Inter, Taremi fa il toro e Zielinski punta a spodestare Mkhitaryan
Un punto, zero gol subiti in casa del City, la conferma di potersela giocare con chi punta a vincere la Champions League. Da Manchester, l’Inter porta a casa tutto questo e anche qualcosa in più. Di pratico e utile, perché Simone Inzaghi torna a casa con due certezze, due acquisti arrivati in estate e che hanno superato, specie in un caso, il battesimo del fuoco.
Medhi Taremi non ha fatto sentire l’assenza di Lautaro. Se si analizzano i gol segnati, pare facile. Zero a zero, finora in stagione. Il capitano per l’Inter è però molto di più: il primo difensore, un giocatore di rottura e di fatica oltre che il miglior finalizzatore. L’iraniano, che di mestiere ha sempre fatto il centravanti, si è calato nella parte. Si è speso per i compagni e, pur senza rendersi pericoloso, ha risposto alla domanda: sì, i nerazzurri hanno qualcosa che mancava l’anno scorso. Non i dribbling, quelli restano un tema. Una terza punta all’altezza delle prime due.
Per Piotr Zielinski era ancora più complicato. Esordio nella tana dei più forti d’Europa, con il fantasma dell’intoccabile Mkhitaryan a spalleggiare. Il polacco ha fatto un figurone, in entrambi le fasi di gioco. E ha confermato quello che era sembrato in estate: un giocatore perfetto per le dinamiche di Inzaghi. Persino più dell’armeno, anche se sembra impossibile. Togliergli il posto non sarà certo facile, già nel derby non accadrà a meno di sorprese, ma è la missione dell’ex Napoli e il primo mattone è stato posto.
Medhi Taremi non ha fatto sentire l’assenza di Lautaro. Se si analizzano i gol segnati, pare facile. Zero a zero, finora in stagione. Il capitano per l’Inter è però molto di più: il primo difensore, un giocatore di rottura e di fatica oltre che il miglior finalizzatore. L’iraniano, che di mestiere ha sempre fatto il centravanti, si è calato nella parte. Si è speso per i compagni e, pur senza rendersi pericoloso, ha risposto alla domanda: sì, i nerazzurri hanno qualcosa che mancava l’anno scorso. Non i dribbling, quelli restano un tema. Una terza punta all’altezza delle prime due.
Per Piotr Zielinski era ancora più complicato. Esordio nella tana dei più forti d’Europa, con il fantasma dell’intoccabile Mkhitaryan a spalleggiare. Il polacco ha fatto un figurone, in entrambi le fasi di gioco. E ha confermato quello che era sembrato in estate: un giocatore perfetto per le dinamiche di Inzaghi. Persino più dell’armeno, anche se sembra impossibile. Togliergli il posto non sarà certo facile, già nel derby non accadrà a meno di sorprese, ma è la missione dell’ex Napoli e il primo mattone è stato posto.
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