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Milan: il leone Ibra, il “tradimento” tattico e… Allegri. Juve: l’euro-Motta e la risposta di Yildiz. Inter: la partita più difficile. E un Napoli da scudettoTUTTO mercato WEB
ieri alle 16:01Editoriale
di Fabrizio Biasin

Milan: il leone Ibra, il “tradimento” tattico e… Allegri. Juve: l’euro-Motta e la risposta di Yildiz. Inter: la partita più difficile. E un Napoli da scudetto

È iniziata la Champions, viva la Champions. Ci sono i frizzi e i lazzi e il calcio in Europa – dicono – è ‘naltra cosa. Anche i prezzi dei biglietti, tra l’altro, cresciuti come sufflè in forno rovente. Dice il precisino: “Però in giro per l’Europa i prezzi sono anche più alti”. È vero, ma pure gli stipendi. Da noi crescono solo le spese. E vabbè, fine della polemica.

Juve sontuosa, in Champions. Pimpante, propositiva, molto molto sicura e thiagomottesca. E fa specie pensare che in meno di un mese si sia passati dai toni trionfali delle prime due giornate (“Addio Allegri!”), a quelli abbacchiatissimi del post Empoli (“Pare la Juve di Max…”). La verità, come sempre, sta nel mezzo: Motta sa il fatto suo e metterà a valore una rosa che ha altissimo potenziale.

Del resto l’ex Bologna è il primo a conoscere certe dinamiche: non esiste tecnico della Juve a cui sia concesso tempo. Che abbia una presenza o mille in serie A, qualunque allenatore bianconero sa di essere obbligato a portare risultati pena… la gogna mediatica.
Il match contro il Psv da questo punto di vista è un gran biglietto da visita: Motta ha le idee chiare e sa trasmetterle ai suoi.

Ps. Ottimo Yildiz: c’è chi lo ha bollato, ha risposto con i fatti. Così si fa.

Umore opposto in casa rossonera, con il Milan piegato dal Liverpool ben oltre l’1-3 finale. E non è tanto una questione di prestazione dei singoli, semmai di impostazione tattica. Il Milan fin qui si è consegnato ai suoi avversari, eccezion fatta per il match col Venezia che, però, è riuscito a fare tatticamente peggio. Una squadra può avere i giocatori più forti del mondo, ma se sceglie un’impostazione così azzardata è destinata a soccombere anche con avversarie sulla carta piu deboli. E figuriamoci con questo Liverpool.


Ecco, ieri nel giro di poche ore la Juve ha gioca una gran partita, il Milan decisamente no. E la Juve è guidata da un tecnico che con un po’ di solerzia poteva essere proprio del Milan. Questo è il più grande merito della dirigenza bianconera e la più grande mancanza di quella rossonera.

Ps/1 Occhio ad Allegri.

Ps/2. “Quando il leone va via i gatti si avvicinano, quando leone torna i gatti spariscono e non mi riferisco alla squadra. Io lavoro sempre, sono sempre presente, sono andato via qualche giorno solo per motivi personali. Il ruolo è semplice: comando io, sono io il boss e gli altri lavorano per me”.
Così parlò Ibrahimovic prima del match: strategicamente una scelta sbagliata (se proprio devi, fallo nel post partita dopo aver pesato il risultato), formalmente anche peggio. Il Milan non è una vetrina per dar sfogo al proprio ego, soprattutto in questo momento ha bisogno di fatti, certamente non di slogan.

Oggi tocca all’Inter. Sarà dura contro il Manchester City dei quasi invincibili (in casa, la squadra di Pep non perde nei 90minuti in Champions dal 2018), ma ha gli strumenti per fare quantomeno una buona figura. A prescindere, guai a farsi prendere dagli sbalzi d’umore: il pareggio di Monza è figlio di una prestazione non all’altezza del lignaggio e delle ambizioni nerazzurre, ma pensare che un 1-1 si debba tradurre in una tragedia, appare decisamente esagerato.

Ma il saliscendi umorale è “tipico”. Il Napoli post Verona era per molti “fallato” (dopo una partita!), un mese dopo siam qui a parlare della squadra che più di tutte può dar fastidio ai campioni in carica. E giustamente. Il motivo è spiegato proprio dalle prime quattro partite di campionato: il Napoli non ha giocato ad altissimo livello, ha mostrato carattere contiano, certo, qualche giocata di livello, ma pure alcuni limiti in fase difensiva (Meret strepitoso). E però… ha prodotto risultati e punti. Figuriamoci cosa potrà accadere nel momento in cui Conte darà ulteriore ordine tattico alla sua (ampissima) rosa, lui che quest’anno potrà lavorare tutta la settimana senza avere grane europee. Il Napoli è seria candidata alla vittoria dello scudetto, serissima.