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Carlos Augusto: "Lo scorso anno sono cresciuto tanto. Scudetto? Giorno più bello in carriera"
L'esterno dell'Inter, Carlos Augusto, ha rilasciato un'intervista al MatchDay Programme nerazzurro in vista della sfida al Torino di questa sera. Queste le sue dichiarazioni: "La determinazione è ciò che più mi ha aiutato in carriera, ogni giorno fin da quando sono piccolo mi alleno per migliorare. Calcisticamente sono cresciuto nel Corinthians e a 13 anni ho visto il Club vincere la Libertadores e ho capito quanto è bello il calcio e quanto è bello vincere. La scorsa stagione sono cresciuto molto, devo ringraziare il Club, lo staff e i compagni. Ora voglio aumentare i miei numeri e aiutare ancora di più la squadra: siamo l’Inter ed è giusto puntare sempre più in alto. Il gruppo è straordinario con tanta voglia di vincere, abbiamo visto quanto è bello fare sorridere i tifosi e vogliamo continuare a farlo".
Cosa ti ha fatto appassionare al calcio?
"Quando guardavo le partite da bambino mi incantavo. Diventare un calciatore professionista è stato un sogno che ho conquistato con tanta determinazione e fatica. Quando ho giocato la mia prima sfida come professionista al Corinthians avevo 19 anni, finita la partita l’ho rivista e in quel momento ho pensato quanto fosse bello giocare a calcio, è stato un giorno che mi ha dato tanta carica".
Se pensi alla passione per questo sport, chi ti viene in mente?
"Sicuramente mio padre, per la determinazione che ha avuto. È sempre stato al mio fianco, mi ricordo le domeniche in cui si alzava alle sei del mattino per accompagnarmi al campo, gli devo tanto...»".
Sfide in allenamento.
"In allenamento mi piace sfidare in particolare Asllani, Frattesi e Bisseck, soprattutto nelle partitelle siamo molto competitivi".
Legend nerazzurra: chi sfidi?
"La leggenda nerazzurra che avrei voluto affrontare è Ronaldo, so bene che sarebbe stato quasi impossibile difendere ma le sfide difficili sono le più belle e lui era troppo forte". Come prepararsi ad una sfida? "In vista delle partite mi concentro al massimo, metto qualche canzone per rilassarmi prima di arrivare allo stadio, poi nel riscaldamento quando alzo lo sguardo e vedo i tifosi, in quel momento mi carico veramente".
Il primo giorno all'Inter.
"Il giorno della presentazione ero un po’ ansioso ma mi dava tranquillità il fatto che mi sentivo pronto per arrivare in un grande Club. È stato un nuovo punto di partenza per fissare nuovi obiettivi".
La chiamata in Nazionale.
"Indossare la maglia della Seleção, è un po’ il sogno di ogni bambino brasiliano. Ero qui in ritiro quando mi hanno chiamato ed ero troppo contento ma anche orgoglioso perché sapevo che era il frutto del mio lavoro. È un traguardo che permette di rappresentare tutti i tifosi e i bambini del proprio paese ed è la cosa più bella del mondo".
La seconda stella.
"È stato il giorno più bello della mia vita, un obiettivo che è arrivato dopo dieci mesi di duro lavoro, di allenamenti quotidiani e poi ci siamo goduti una festa magnifica. Il momento più bello? Dall’inizio della stagione ho pensato che con quel gruppo avremmo potuto vincere".
Cosa ti ha fatto appassionare al calcio?
"Quando guardavo le partite da bambino mi incantavo. Diventare un calciatore professionista è stato un sogno che ho conquistato con tanta determinazione e fatica. Quando ho giocato la mia prima sfida come professionista al Corinthians avevo 19 anni, finita la partita l’ho rivista e in quel momento ho pensato quanto fosse bello giocare a calcio, è stato un giorno che mi ha dato tanta carica".
Se pensi alla passione per questo sport, chi ti viene in mente?
"Sicuramente mio padre, per la determinazione che ha avuto. È sempre stato al mio fianco, mi ricordo le domeniche in cui si alzava alle sei del mattino per accompagnarmi al campo, gli devo tanto...»".
Sfide in allenamento.
"In allenamento mi piace sfidare in particolare Asllani, Frattesi e Bisseck, soprattutto nelle partitelle siamo molto competitivi".
Legend nerazzurra: chi sfidi?
"La leggenda nerazzurra che avrei voluto affrontare è Ronaldo, so bene che sarebbe stato quasi impossibile difendere ma le sfide difficili sono le più belle e lui era troppo forte". Come prepararsi ad una sfida? "In vista delle partite mi concentro al massimo, metto qualche canzone per rilassarmi prima di arrivare allo stadio, poi nel riscaldamento quando alzo lo sguardo e vedo i tifosi, in quel momento mi carico veramente".
Il primo giorno all'Inter.
"Il giorno della presentazione ero un po’ ansioso ma mi dava tranquillità il fatto che mi sentivo pronto per arrivare in un grande Club. È stato un nuovo punto di partenza per fissare nuovi obiettivi".
La chiamata in Nazionale.
"Indossare la maglia della Seleção, è un po’ il sogno di ogni bambino brasiliano. Ero qui in ritiro quando mi hanno chiamato ed ero troppo contento ma anche orgoglioso perché sapevo che era il frutto del mio lavoro. È un traguardo che permette di rappresentare tutti i tifosi e i bambini del proprio paese ed è la cosa più bella del mondo".
La seconda stella.
"È stato il giorno più bello della mia vita, un obiettivo che è arrivato dopo dieci mesi di duro lavoro, di allenamenti quotidiani e poi ci siamo goduti una festa magnifica. Il momento più bello? Dall’inizio della stagione ho pensato che con quel gruppo avremmo potuto vincere".
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