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Inter, Zanetti: "Derby partita sempre sentita e speciale, ma con grande rispetto"
"Il derby è sempre stata una partita molto sentita e speciale, da parte nostra e da parte dei tifosi". Javier Zanetti, ospite insieme a Franco Baresi dell'evento di Rivista Undici per festeggiare i dieci anni delle proprie pubblicazioni, torna sull'argomento "caldo" della settimana in casa Inter: "Però c’è sempre stato un grandissimo rispetto. Io mi ricordo il mio primo derby nel ’95, ero giovanissimo, ero appena arrivato: mi ritrovai di fronte Tassotti, Baresi, Costacurta e Maldini - dice il vicepresidente nerazzurro, come riporta FcInterNews - per me era un grandissimo piacere scendere in campo e affrontare questi grandissimi campioni che avevano fatto la storia del suo club. C’è sempre stata grande rivalità e grandissimo rispetto che c’è ancora".
Zanetti è poi tornato sul suo arrivo all'Inter: "Stavo facendo i miei primi passi e mi è arrivata la notizia che l’Inter mi aveva comprato. Non ci potevo credere, ero in un’amichevole con la Nazionale argentina, ancora c’era il fax, ero in Sudafrica e mi chiamò Daniel Passarella, l’allenatore di quell’epoca lì, dicendomi che era arrivato un fax che diceva che l’Inter mi aveva comprato e che, una volta tornato in Argentina avrei dovuto fare le valigie e partire. Subito ho chiamato Paula, che era la mia fidanzata, e la mia famiglia e gli dissi subito di accendere il telegiornale e vedere se fosse vero.
Quando sono arrivato a Milano l’Inter è stata per me la mia famiglia. Ho conosciuto subito la famiglia Moratti e capito cosa significasse l’Inter e la sua storia... Mi sono trovato bene fin dall’inizio con i valori che ha l’Inter che condividiamo. L’Inter mi ha fatto crescere tanto, mi ha dato questa possibilità, e per questo ci sarà sempre un legame che va al di là del lato sportivo, di emozione e valori importanti".
Zanetti è poi tornato sul suo arrivo all'Inter: "Stavo facendo i miei primi passi e mi è arrivata la notizia che l’Inter mi aveva comprato. Non ci potevo credere, ero in un’amichevole con la Nazionale argentina, ancora c’era il fax, ero in Sudafrica e mi chiamò Daniel Passarella, l’allenatore di quell’epoca lì, dicendomi che era arrivato un fax che diceva che l’Inter mi aveva comprato e che, una volta tornato in Argentina avrei dovuto fare le valigie e partire. Subito ho chiamato Paula, che era la mia fidanzata, e la mia famiglia e gli dissi subito di accendere il telegiornale e vedere se fosse vero.
Quando sono arrivato a Milano l’Inter è stata per me la mia famiglia. Ho conosciuto subito la famiglia Moratti e capito cosa significasse l’Inter e la sua storia... Mi sono trovato bene fin dall’inizio con i valori che ha l’Inter che condividiamo. L’Inter mi ha fatto crescere tanto, mi ha dato questa possibilità, e per questo ci sarà sempre un legame che va al di là del lato sportivo, di emozione e valori importanti".
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