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Un'Inter così capita di rado. C'è il pericolo di sfiorire, ma in estate ci sarà una rifondazioneTUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:00Editoriale
di Yvonne Alessandro
per Linterista.it

Un'Inter così capita di rado. C'è il pericolo di sfiorire, ma in estate ci sarà una rifondazione

La realtà all'Inter è questa: 14 giocatori su una rosa totale di 25 hanno meno di 30 anni. Tradotto, il 56% attuale.

Eppure, con i vari Sommer, Acerbi, Darmian, Mkhitaryan e Arnautovic (non a caso i "senior" alla massima potenza), la formazione di Inzaghi si trova ai quarti di Champions League, ai quarti di Coppa Italia e in testa alla classifica di Serie A con sole 8 partite rimanenti. In lotta su tutti i fronti, e non capitava dai tempi d'oro del 2010.
I paragoni non sono mai belli, ma è come se nell'aria vibrasse un sentimento di gruppo storico difficile da replicare: da Thuram a Barella, con Bastoni, Dimarco e Calhanoglu, l'Inter non deve buttare per aria quanto di buono è stato costruito. Uno squadrone così, al massimo del proprio potenziale, se ritrova i giri del motore dell'anno scorso, può davvero impensierire chiunque. E con una compattezza dentro e fuori dal campo manifestata ad ampi tratti anche a ridosso dei festeggiamenti del ventesimo scudetto. Poi la finale di Istanbul non è stata un caso.

Tuttavia...c'è un grande "ma". Questo mix di gioventù ed esperienza offre un potenziale elevato che nasconde alcune sfide problematiche per la dirigenza nerazzurra qualora non agisse tempestivamente per rinnovare la squadra di Simone Inzaghi quest'estate. Un rinnovamento tardivo potrebbe comportare diversi rischi.

Il primo pericolo è legato alla dinamica fisiologica della rosa. I giocatori più "agèe", pur essendo fondamentali in termini di leadership e qualità (comprovata, vedi Acerbi), faticano a reggere un così rapido susseguirsi di partite in un arco temporale ridotto. Lo racconta spesso Inzaghi quando, tra campionato e Champions League, ad esempio, si ritrova a dover fare i conti con meno di 72 ore per ripristinare l'energia dei suoi giocatori, preparare l'impegno successivo e ripartire da zero ogni volta. Una condizione critica che porta inevitabilmente al logoramento dei suoi ragazzi, impegnati su tre fronti, per di più: Serie A, Europa e Coppa Italia.

Il livello si è alzato. In primis in Italia, con Napoli e Atalanta, perché se Conte è sinonimo di garanzia e risultati, così come di acquisti dispendiosi per dare un boost immediato alla rosa, con Gasperini si è realizzata la favola della Dea campionessa d'Europa League appena lo scorso anno, e la classifica in campionato parla a voce alta. Senza dimenticare il mercato operato da Juventus e Milan, tra colpi estivi e investimenti anche nel mercato invernale, atti ad alzare l'asticella. L'Inter non può pensare di rimanere competitiva senza rinfoltire la rosa di Inzaghi: non si può vivere di intuizioni sporadiche o parametri zero di assoluto valore, ma già a ridosso della stagionatura. Né da un punto di vista strategico né anche societario, a maggior ragione con le linee guida impartite dalla proprietà Oaktree.

Il tempo gioca un ruolo fondamentale. Nemmeno il Real Madrid, con 15 Champions League in bacheca, si accontenta dei vari Vinicius, Bellingham, Valverde ed Endrick, ma ogni anno ricerca nuovi talenti, si rinnova e programma il proprio futuro, preferibilmente anticipando la concorrenza, anche a suon di valigette stracolme di denaro. Ma quello lo lasciamo ai Giganti del calcio.

L'Inter, a modo suo, deve ricalcare questa impronta e fare pace con gli inevitabili cambiamenti nel corso del tempo. Per questo una cessione a peso d'oro di Thuram (un esempio nemmeno troppo lontano vista la clausola da 85 milioni) potrebbe permettere al club di strappare tre giocatori dal futuro promettente. Da qui i nomi di Santiago Castro, Nico Paz e Samuele Ricci rispondono esattamente alla voce "rifondazione", tanto per fare degli esempi.

Freschi (ormai la parola "giovani" è datata per la nuova generazione), dall'ingaggio basso e, più di ogni altra cosa, ancora modellabili. Come piace a Simone Inzaghi. Basti vedere l'evoluzione di Bisseck.