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Inter-Monza, Marotta sfida l'amico Galliani. Braida li incorona: "I migliori dirigenti di sempre"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
sabato 8 marzo 2025, 10:04News
di Marco Pieracci
per Linterista.it

Inter-Monza, Marotta sfida l'amico Galliani. Braida li incorona: "I migliori dirigenti di sempre"

Inter-Monza sarà anche la sfida a distanza fra due dei migliori dirigenti sportivi italiani di tutti i tempi: Giuseppe Marotta da una parte,  Adriano Galliani dall'altra. Tuttosport ha intervistato chi li conosce forse meglio di qualunque altro: Ariedo Braida.

Marotta e Galliani sono i due migliori dirigenti sportivi italiani di sempre?

"Senza dubbio, hanno espresso il meglio di questo mondo: competenza, stile, garbo. Poi ognuno ha i suoi modi: non siamo tutti uguali, non siamo tutti perfetti. Qualche difetto ce l’abbiamo tutti, però si parla di due dirigenti di altissimo livello. Ci vorrebbero più persone come loro, merce rara nel calcio di oggi".

Nata come rivalità, la loro è diventata un’amicizia.

"Beh, la rivalità è stata sempre e solo sportiva: parliamo di persone che si vogliono bene e si rispettano, vanno anche spesso a cena insieme. Gente di livello: c’è dietro una grande scuola, di vita e di calcio. Due personaggi incredibili".

Si può dire che Galliani sia stato l’ultimo grande dirigente del calcio dei mecenati e Marotta il primo dell’era dei fondi?

"Il calcio è sempre uguale. Secondo me bisogna rispettare certi valori, che non hanno età: il calcio italiano deve ripartire dalla classe dirigenziale. Il pallone è un sentimento, non può essere solo soldi e business: bisogna trasmetterlo nuovamente. Io non parlerei di due ere diverse: la priorità è sempre stata quella di trovare un equilibrio, sportivo ed economico-finanziario. Ci sono stati grandi presidenti e dirigenti in passato, che il calcio lo vivevano come una passione. Oggi si parla solo di bilanci: se ne parlava anche prima, per carità, ma la verità è che alla fine il tifoso va allo stadio
per vedere la propria squadra vincere. La passione smuove tutto".

Più sentimento, meno algoritmi?

"Sì, ma non ce l’ho con gli algoritmi. La tecnologia aiuta, ma non può sostituirsi alle qualità umane".

Si dice che Galliani fosse poco convinto di Shevchenko nelle fredde notti ucraine…

"Diciamo che ci conosciamo da decenni e abbiamo tuttora un rapporto di fraterna amicizia. Quando si lavora bisogna rispettare i ruoli, ma se un capo ha fiducia in te deve lasciarti libero di esprimere il tuo parere: poi si può sbagliare, per carità. In quell’occasione… sì, mi sono preso una grande responsabilità. Però era quello che imponeva il mio ruolo: Galliani si è fi dato, anche se non era d’accordo. C’erano sintonia e stima, come tutt’oggi: è andata bene".

È il colpo a cui è più affezionato?

"Mah, ne abbiamo fatti tanti: Shevchenko, Kakà, Thiago Silva, Van Basten. Non voglio fare l’elenco: ci sono state tante operazioni, poi ricordiamo sempre quelle buone e non quelle andate male. Siamo tutti fallibili".

C’è un acquisto che ha invidiato a Marotta?

"Io per carattere guardo sempre avanti. Ci sono sempre dei giocatori che avresti potuto prendere e non hai preso, capita. Se fai bene il tuo lavoro, non devi avere paura: se un altro è più bravo, amen. Devi fare ciò che talento, intuito e sensibilità ti consigliano. Il calcio è fatto di grandi colpi e di bluff , capitano a tutti".

La miglior qualità di Galliani e la migliore qualità di Marotta?

"Domanda da 50 milioni. Galliani ha una grandissima abilità nel negoziare, cosa molto complicata. E una grande capacità nel gestire una società di calcio, come Marotta che ha una capacità incredibile di fare sintesi. Hanno approcci diversi, ma entrambi raggiungono gli obiettivi. Le loro carriere parlano per loro".

Ci sono giovani dirigenti in cui vede dei possibili futuri Marotta, Galliani, Braida?

"Lo dirà il tempo. È come quando compri un giocatore: se hai indovinato lo capisci dopo alcuni anni. Ci sono delle nuove leve, ma è il tempo a dare la misura di quello che saranno in grado di fare, come è stato per Galliani e Marotta".

Più facile il secondo scudetto consecutivo dell’Inter o la salvezza del Monza?

"I numeri del Monza sono impietosi, purtroppo: glielo auguro, peraltro ho iniziato la mia carriera da dirigente al Monza con Galliani e prima ancora avevo giocato con que lla maglia. Non posso che dire che sarà durissima. L’Inter invece è prima ed è l’unica italiana in Champions: a Marotta posso solo augurare il meglioe dire che, con quella squadra, per lui tutto è possibile".