Condò: "Inter, sconfitte del genere vanno gestite perché ti scuotono nel profondo"
Paolo Condò ha analizzato sulle colonne de Il Corriere della Sera quanto successo ieri sera nella finale di Supercoppa italiana tra Inter e Milan: "Quando gli allenatori ci spiegano che i numeri dei moduli contano relativamente perché è l’atteggiamento a fare la differenza, intendono esattamente quanto di strepitoso ha fatto vedere il Milan nella grande rimonta di Riad. Il primo trofeo stagionale ha la sua importanza «fisica», l’alzata della Supercoppa è una foto che rinfresca le antiche glorie, ma sono gli orizzonti che riapre in un momento di forte depressione a contare davvero. A un certo punto si sentiva Inzaghi urlare «hanno quattro attaccanti», a significare che ragionando con freddezza l'Inter avrebbe potuto trovare autostrade nello schieramento stravolto di Conceicao.
Ma questa era una finale, e giunto a quel punto l’underdog rossonero era disposto a tutto pur di portarla a casa. È esploso ancora Leao ad apparecchiare il 3-2 di Abraham, e il colpo ha fatto molto male all’Inter, che sul 2-0 si era sentita al sicuro e grande sul serio, perché stava vincendo la finale in modo opposto alla semifinale: grande squadra piccolo Lautaro con l’Atalanta, piccola squadra grande Lautaro ieri. Ora, sacchi di sabbia alle finestre: sconfitte del genere vanno gestite perché ti scuotono nel profondo".