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Adriano: "Non mi manca la vita da calciatore. All'Inter avevo perso la testa"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 22:00News
di Marco Corradi
per Linterista.it

Adriano: "Non mi manca la vita da calciatore. All'Inter avevo perso la testa"

Adriano si prepara a dire addio al calcio domani al Maracanà, con un'amichevole tra il Flamengo e gli Amigos da Italia, che vedranno presenti tanti ex Inter: L'Imperatore giocherà un tempo per squadra e si racconta ai microfoni di Globo, mostrando di non avere rimpianti per come si è conclusa la sua carriera: "Ho fatto quello che dovevo fare. Non mi manca la vita da calciatore. Penso di aver fatto tutto quello che potevo fare. Se le cose non funzionano, devi essere uomo per fare un passo indietro, per allontanarsi da ciò che non ti va più bene. La responsabilità è arrivata molto presto e per un ragazzo che non aveva niente e all'improvviso ha avuto tante cose e viene chiamato Imperatore, la testa impazzisce. All'Inter avevo 4-5 macchine, quando sono tornato mi sono chiesto: ne ho davvero bisogno?". 

Quando è arrivato il momento in cui non sentivi alcun piacere a giocare? 

È stato quando ho subito un intervento chirurgico al tendine del ginocchio al Corinthians e ho iniziato a scoraggiarmi davvero. Ho lasciato il Corinthians, ho provato a tornare al Flamengo quando era allenatore Zinho e il dottor Runco mi ha detto: "Adriano, dovrai operarti di nuovo". Ecco, è stata l'ultima goccia. Altri sette mesi di stop".

Tanto tempo dopo, guardi indietro e ti manca la tua routine di atleta professionista?

"No. Grazie a Dio, ripeto, ho fatto quello che dovevo fare. Non è uguale a quando sei ragazzo, quando ho iniziato, con la mia autostima alta, la voglia di realizzare delle cose... Non era più la stessa cosa".

Parlando con gli ex compagni, è impressionante l'affetto che nutrono per te...

"Ho sempre rispettato tutti i miei compagni di squadra. Indipendentemente da quello che ho fatto fuori dal campo, ho sempre rispettato e amato tutti. Sono sempre stato giocoso, disordinato, allegro e questo viene ricordato da loro. Mi manca tanto, parlo ancora oggi con alcuni di loro per ricordare com'è stato e mi dà soddisfazione sentire davvero l'affetto di questi giocatori che hanno fatto parte della mia vita. Nella mia carriera non ho avuto quasi nessun problema, solo normali litigi in campo. L'affetto che provo per loro è quello che loro provano per me".