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Caso ultras, Ruffo: "I club sono ricattati ma devono denunciare". Lucarelli: "Tutto alla luce del sole"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 18:45News
di Bruno Cadelli
per Linterista.it

Caso ultras, Ruffo: "I club sono ricattati ma devono denunciare". Lucarelli: "Tutto alla luce del sole"

Si continua a parlare dell'inchiesta ultras che ha azzerato i vertici della Curva dell'Inter e del Milan. Nella serata di ieri ha approfondito l'argomento la trasmissione di Rai 3 Lo stato delle cose, condotta da Massimo Giletti. Il programma ha riavvolto il nastro fino all'omicidio di Vittorio Boiocchi, analizzando poi le ultime vicende di cronaca che hanno portato agli arresti nel mondo del tifo organizzato con la mano delle ndrine calabresi sugli affari dello Stadio Meazza. Tra gli ospiti del programma anche il giornalista Federico Ruffo, che ha illustrato il modo in cui a livello generale i club calcistici vengono ricattati. Queste le sue parole riportate da Tutto Sport:  "Il ricatto nei confronti della società di calcio nasce dalla responsabilità oggettiva. Se i miei ultras fanno un coro razzista, uno striscione che non devono, pago io la multa. Perciò i tifosi si presentano ad inizio anno e dicono al club che se non vuole 12 milioni di multa in stagione, deve dargli i biglietti. Sarebbe sufficiente che in una delle miliardi di riunioni che si fanno per discutere dei diritti del calcio, delle piattaforme, si mettessero seduti e trovassero il modo per far sì che la responsabilità oggettiva non pesi sui bilanci dei club, così non sono ricattabili. Poi io sono dell’idea che se qualcuno ti ricatta, denunci. Se non denunci è perché ti sta anche bene così". 

Un sistema intero che non funziona, queste le parole riportate da Tutto Sport di Selvaggia Lucarelli: "Tutto il sistema non ha funzionato. Leggendo le carte, sono rimasta allibita anche da alcune decisioni del Tribunale di Sorveglianza, con un atteggiamento generoso con alcuni di questi criminali. Bellocco ha potuto risiedere in Lombardia grazie al fatto che tramite la curva ha ottenuto la residenza  e grazie al fatto che potesse fingere di lavorare con una finta attività, sempre procurata dalla Curva. Gli è stato permesso di restare a Milano dove aveva tutti gli affari criminali. Qui non si tratta di sottovalutare, le cose venivano fatte alla luce del sole"