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Sabatini: "De Rossi? A Roma si capisce poco di calcio: c'era una crescita importante"
Oggi alle 16:52News
di Daniele Najjar
per Linterista.it

Sabatini: "De Rossi? A Roma si capisce poco di calcio: c'era una crescita importante"

L'ex dirigente di Roma ed Inter, Walter Sabatini, ha parlato ai microfoni di TuttoMercatoWeb del licenziamento di Daniele De Rossi dal ruolo di tecnico dei giallorossi.

Perché è stato licenziato?

"Per un'arroganza cieca, posso pensare solamente questo. E non mi riferisco alla proprietà. Ci sono impiegati che pensano di essere dirigenti e che sono stati contaminati da un virus pericolosissimo, un delirio di onnipotenza che fa pensare loro di essere autorizzati a fare qualsiasi cosa".

Che danno è per la Roma?

"Oltre a uno strazio umano, è uno strazio tecnico perché la squadra si stava avvicinando molto a un modello che le consentisse di fare risultati. A Genova nel primo tempo ha sfiorato la perfezione tatticamente. Ci sono margini di miglioramento, ma interrompere un rapporto così bruscamente è veramente una cosa abominevole, anche da un punto di vista professionale"

Viene il dubbio che il mercato non sia stato fatto seguendo le indicazioni di De Rossi.

"Sulla campagna acquisti posso solo dire che è stata fatta con ritardo, ma è giusta. Hanno messo dentro la rosa caratteristiche che prima non c'erano. Non attacco quella, anche se inizialmente De Rossi ha dovuto mandare in campo una formazione sperimentale perché i calciatori erano arrivati qualche giorno prima. Il problema è il rispetto per il ruolo e il lavoro degli altri, non è possibile aver licenziato De Rossi. Chi capisce un po' di calcio, e non è obbligatorio visto che evidentemente a quelle latitudini se ne capisce poco, sa che c'era crescita importante. Era una cosa irreversibile, mandare via De Rossi è veramente incomprensibile".

Qualcuno, almeno questa volta, si aspettava un messaggio da parte dei Friedkin.

"Evidentemente loro ritengono la comunicazione inutile perché non ne fanno, non hanno presentato neanche il direttore sportivo. Sono i tifosi che devono ascoltare la società e questo non è mai stato permesso alla Roma. Forse non hanno capito bene il valore emotivo del romanismo, che è una forma di tifoseria esclusiva, alla quale va dato spazio, ma senza esagerare. Un piccolo contraddittorio con la tifoseria va mantenuto sempre, ma la loro scelta è strategica, la loro comunicazione è questa".