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Il rancore contro l'Inter. Il brutto vizio di fare la morale agli altriTUTTO mercato WEB
giovedì 12 settembre 2024, 22:30Editoriale
di Lapo De Carlo
per Linterista.it

Il rancore contro l'Inter. Il brutto vizio di fare la morale agli altri

C'è questo brutto vizio, non solo nel calcio, di fare la morale agli altri, di dare lezioni o radunare indignazione generale per screditare un avversario. Nel caso dell’Inter, in poco tempo, Commisso, Gasperini, persino Eraldo Pecci, hanno fatto dichiarazioni gravi, con formidabile leggerezza. Il Patron della Fiorentina ha dichiarato “Certe vittorie sono arrivate grazie a situazioni debitorie assurde che hanno portato i club quasi alla bancarotta e poi nelle mani di fondi per la mancata restituzione da parte delle proprietà dei prestiti ricevuti”, aggiungendo che non capiva come l’Inter (e non solo) potesse essere iscritta al Campionato.

Pochi mesi prima Gasperini in un ennesimo attacco all’Inter, a domanda tecnica su come colmare il gap con i nerazzurri rispose con la consueta pugnalata: "Facendo un miliardo di debiti per comprare i calciatori e dare i soldi a destra e a manca". Eraldo Pecci, ex centrocampista di Bologna e Torino, recentemente ha dichiarato che l’Inter: "Dovrebbe giocare in quarta serie per i debiti che ha". Quello che scredita queste dichiarazioni automaticamente è il fatto che siano pubbliche e pronunciate con evidente acrimonia. Non è solo moralismo ma un atteggiamento che mostra vittimismo e livore.

Il punto di partenza è evidentemente sensato ma il punto di arrivo è calunnioso per modalità, tono e scelta delle parole. Il tenore delle accuse è da social o bar, con un intento volutamente provocatorio, perché consapevole di poter solo infangare la società. Un "bell'Inter indebitata, è una vergogna" e parte l’applauso. Così i giustizieri, quelli che le cose le fanno davvero, uno stuolo di avvocati juventini, tale Fondazione Jdentità Bianconera, nato con la dicitura di “Organo istituzionale di tutela e difesa dei tifosi bianconeri” ad aprile ha deciso di inviare alla Procura di Milano un esposto che contestava, presunte irregolarità in relazione all’iscrizione dell’Inter all’ultimo campionato. 

La vicenda, prima dell’estate, ha inevitabilmente trovato ampio risalto su giornali e televisioni, raggiungendo il primo obbiettivo di danneggiare l’immagine dei rivali, creare un elemento di sospetto. Come per la vicenda Sinner, niente di meglio che fare accuse e aggiungere sospetti, per intorbidire le acque, sapendo che se e quando la verità verrà ristabilita non avrà tutto lo spazio di uno schizzo di fango.

Ieri i pm di Milano Amadeo e Addesso hanno chiesto l'archiviazione dell'indagine aperta in seguito all'esposto che, vale la pena ricordarlo, gettava ombre sulle iscrizioni dell'Inter all'ultimo campionato e e ipotizzava anche l'ostacolo alle attività degli organi di vigilanza. Nell'ordinanza si evidenzia come in base all'analisi della situazione economico-finanzaria del club "L'Inter continui a svolgere la propria attività secondo il principio della continuità aziendale", in quanto “il management societario non ha ritenuto sinora necessario il ricorso agli strumenti normativi previsti per la crisi di impresa”. Non sono emerse attività di ostacolo nei confronti della CoViSoc o di altri organismi di controllo pertanto, si conclude, la Procura non ravvisa "la necessità o utilità di effettuare ulteriori indagini in quanto il quadro probatorio acquisito è univoco nell’assenza” e, dunque, nella “infondatezza” delle accuse, poiché “il fatto non sussiste o non è previsto dalla legge come reato". Questa notizia troverà spazio sui giornali di oggi e verrà dimenticata. Ma per cinque mesi la questione ogni tanto è tornata in ballo.

Sempre ieri uno degli avvocati della Fondazione ha commentato di "non aver mai denunciato alcun reato! L’abbiamo scritto più volte! L’esposto era indirizzato alla Procura federale ed alla CoViSoc! Non mi sorprende sia stato archiviato in sede penale, mi sorprendono le tempistiche ed il risalto che è stato dato alla notizia". E’ un tipo di dichiarazione che vi lascio commentare da soli.

La somma delle insinuazioni porta a fare il semplice ragionamento che troppa gente si prende sul serio, fa perdere tempo, inquina il pozzo e si fa rappresentante di realtà tutt’altro che virtuose. La questione tirata in ballo dal presidente della Fiorentina, l’allenatore dell’Atalanta e l’ex calciatore non chiede che l’Inter si adoperi per risanare i conti, perché lo sta già facendo. Chiedono proprio che l’Inter venga cancellata, retrocessa o altro. Sono pretese che non partono dalla ragionevolezza ma dal rancore. La compostezza con la quale Marotta e Antonello hanno risposto è encomiabile ma, come già detto in passato, questo ambiente scambia l’eleganza con la debolezza e la volgarità con la forza.