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Simone il visionario del palloneTUTTO mercato WEB
domenica 28 aprile 2024, 11:36Editoriale
di Gabriele Borzillo
per Linterista.it

Simone il visionario del pallone

Oggi sarebbe facile prendersi una lunga serie di rivincite, ricordando a tutti quelli con la memoria corta, a volte cortissima, le obiezioni raccontate fino a circa tre mesi orsono. Ma, onestamente, in una scala da zero a dieci la cosa mi stimola meno di zero. E non per una sorta di buonismo malcelato, più semplicemente perché non è bello infierire quando ogni cosa è andata per il verso giusto e tu hai vinto tutto il cucuzzaro. Quindi il mio personalissimo augurio è che, in futuro, prima di lanciarsi in giudizi tranchant - parliamo di pallone, la più importante delle cose meno importanti diceva il signor Arrigo - ci si prepari: bisogna studiare, altrimenti il rischio di scivolare su una lunga serie di bucce di banana non è elevato, casomai elevatissimo.

Quindi godiamoci questo scudetto, godiamoci la seconda stella, godiamoci un campionato dominato in lungo e in largo, godiamoci un gruppo coeso come poche volte nella mia vita da tifoso ho avuto modo di apprezzare. Non si tratta di mulini più o meno bianchi, quelli appartengono al passato e non sono certo di casa ad Appiano Gentile, quanto dell’armonia tra compagni di squadra. Sì, certo, nelle favole dovrebbe essere sempre così. Nelle favole, appunto. Perché nel mondo reale esistono gelosie, antipatie, litigi, battibecchi, alterchi, zuffe, a volte perfino scontri non solo verbali. L’equilibrio quasi zen dell’insieme nerazzurro non credo sia un unicum, è l’unione di tante teste, caratteri, modi di vivere capaci di rinunciare al sé pur di ottenere il bene comune.

Non stiamo parlando di una stabilità facile da raggiungere: stiamo parlando di una dirigenza forte e presente alla quale, come ho già avuto modo di dire e scrivere, un giovane presidente conoscitore dei propri limiti nel settore ha affidato le chiavi della conduzione societaria. E questa dirigenza, dall’alto di un’esperienza pluridecennale, ha dapprima scelto il candidato adeguato al progetto che perseguiva poi, pur passando attraverso mari in tempesta e difficoltà di ardua risoluzione, lo ha investito dei pieni poteri nella conduzione del gruppo lavoro. In questo sta la grandezza della Società ma, soprattutto, in questo sta l’eccellenza di Simone Inzaghi da Piacenza. Che è andato dritto per la sua strada anche di fronte a critiche (pure le mie, Simone, confesso, me ne dolgo ma non indosserò il cilicio per questo) feroci, spesso addirittura prevenute, portandoci in regalo un’Inter a tratti, lunghi tratti, lunghissimi tratti, spettacolare.

Oggi mi sento un pretoriano convinto di Simone, mi fido totalmente delle sue scelte e delle sue idee. Perché Inzaghi è un visionario del pallone, un ragazzo adulto capace di far innamorare perdutamente i tifosi della loro squadra. Capace di gestire i suoi uomini facendoli sentire non dico indispensabili ma, di certo, importanti all’interno del progetto. Capace di stupirmi, di stupirci, di renderci felici, di farci pensare non vedo l’ora sia domenica, così vedo i miei eroi pallonari giocare. Poi potranno vincere o perdere: però so che, comunque vada, assisterò a uno spettacolo degno di questo nome. E non è poco.

Alla prossima, Campioni d’Italia.

Avanti l’Effecì.