
Stavolta è il Genoa ad avere meno da perdere in casa Juve
Anche nel calcio può capitare che i ruoli si invertano. Stavolta è la Juventus, onusta di glorie seppur datate, a provare invidia nei confronti di un Genoa che virtualmente ha già fissato l'ancora al porto della serie A e può dedicarsi, nella restante porzione di campionato, a corroborare una classifica già lusinghiera e, semmai, a misurare il valore e le caratteristiche di qualche giocatore rimasto a lungo ai margini.
L'unico elemento a favore di Madama è rappresentato dal fresco cambio di timoniere, dettato dalla necessità di dare una scossa ad ambiente appiattito in una situazione di graduatoria incertissima. Ha piena ragione mister Vieira a prevedere che l'avvento di Tudor sulla panca bianconera inietti una dose corposa di energia nelle gambe e soprattutto nella mente di parecchi juventini, gran parte di quali sollevati dalla svolta clamorosa e, comunque, stimolati ad offrire il meglio di se stessi agli occhi del nuovo mister.
La Juve ha assoluto bisogno dei tre punti, poiché un'annata senza i denari della Champions – in specie dopo aver speso cifre ragguardevoli tra giugno e gennaio – sarebbe una tremenda jattura, Senza più Thiago, anche il popolo della Vecchia Signora è pronto ad affiancarsi nuovamente ai ragazzi di casa, partecipando così a “confezionare” un ambientino niente male per i malcapitati ospiti. E in tale atmosfera, il timore di un arbitraggio casalingo – ovviamente se, a gara in corso, affiorasse questa necessità – è più che giustificato.
Il Grifo cercherà comunque di onorare la maglia gialloblù, indossata per l'occasione al fine di festeggiare i 120 anni del Boca, la squadra degli “Xeneises” d'Argentina. Ovvio che Frendrup e C. puntino a strappare applausi e – chissà – un pareggio comunque significativo. Immaginare orizzonti ancora più esaltanti non è vietato, ma altamente improbabile, anche tenuto conto che i rossoblù non trionfano in casa della Juve dal lontanissimo 1991.
Vieira, che prova a tener desta l'attenzione dei suoi ribadendo che la permanenza in non è ancora in tasca, è alle prese con qualche problemuccio. In difesa mancano l'infortunato Bani e lo squalificato Martin: come sostituirli? In prima battuta si pensa al giovane Matturro, che continua ad alternare momenti di elevato rendimento a pause e pasticci. Il mister, sapendo che l'uruguagio preferisce restare nel mezzo, potrebbe accontentarlo spedendo a sinistra Vasquez, il miglior genoano nell'arco della stagione, ma c'è un'alternativa percorribile: Norton-Cuffy (che sinora ha destato più perplessità che entusiasmo) sul corridoio destro e l'eclettico Sabelli spostato di versante.
Il modulo prescelto parrebbe il 4-2-3-1 con Badelj out e la mediana composta da Frendrup e Masini, a protezione di un sontuoso terzetto di rifinitori omposto da Zanoli, Malinovskyi e Miretti (il cui cartellino appartiene proprio alla Juve), con Pinamonti inamovibile in avanscoperta. Non mancano, però, ulteriori opzioni, tutte stuzzicanti: il recuperato Thorsby, seppur non ancora al meglio, e il giovanissimo Ekhator, mattatore nella Nazionale giovanile. Da non trascurare, poi, Ekuban, tornato abile e arruolato, anche se la sua resa solitamente sale se l'impiego è da subentrante.
L'obiettivo è di giocarsela a viso aperto, ma lo consentirà un'antagonista che, pur in angustie, vanta centrocampisti del calibro di Locatelli e Weah, due mezze punte di vaglia come Kolo Muani e Yildiz ed un centravanti come Vlahovic, a lungo trascurato da Motta ma rilanciato e... coccolato dal nuovo entrenador? Senza contare Gatti, baluardo difensivo, specialista nei colpi di testa in area rivale sui calci d'angolo.
Sarà banale ma scriviamolo chiaro: lo sviluppo del match dipenderà principalmente dai padroni di casa, in grado di imporsi più o meno nettamente ma anche di regalare una serata di gioia agli opponenti. Il Genoa ha solo il dovere di non sciupare la ghiotta chance, ammesso che si materializzi.
PIERLUIGI GAMBINO







