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Fiorentina, l'ex allenatore di Kayode a RFV: "Si ispira a Cafù. Ha sempre i piedi per terra"
rfv
Carlo Caramelli a Radio Firenze Viola
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L'ex allenatore di Micheal Kayode al Gozzano, Carlo Caramelli, ha parlato della grande sorpresa della prima giornata di Serie A ai microfoni di Radio FirenzeViola. Queste le sue parole: "Quando ci è stato presentato per la prima volta Kayode per noi era una scommessa. L'annata precedente la società aveva rinunciato alla Serie C e si sono presentati Kayode e San Giorgio. Erano molto giovani, quasi dei bambini per la categoria. Kayode già alla prima giornata a Casale, salvò un gol sulla linea e si procurò il rigore della vittoria. Da quel momento non è mai uscito dal campo. Per l'età del giocatore, aveva delle qualità fuori dal comune".
Kayode è dovuto ripartire dalla Serie D, questa è miopia oppure nel calcio italiano serve una strada tortuosa per emergere?
"In Italia si ha sempre il timore di rischiare di mettere dentro una squadra uno così giovane. Kayode è stato bravo e intelligente rimanendo con i piedi per terra, con la consapevolezza che doveva colmare delle lagune. Deve migliorare l'aspetto tecnico ma non quello della personalità. Italiano ha avuto ragione a schierarlo titolare, nonostante la partita importante".
Lui ha girato con la medaglia per tre o quatto giorni al Viola Park dopo aver vinto l'Europeo Under 21.
"È un ragazzo comunque con i piedi per terra, deve fare molto per migliorarsi, a ha fatto travedere delle cose impressionanti. Spero che continui così sarebbe il mio orgoglio".
Come lo vede nel futuro?
"Lui sarebbe ideale come esterno a tutta fascia ma ha dimostrato di essere ideale anche nei quattro dietro: cerca sempre le cose semplici e lineari. Sicuramente sono cose che Italiano gli ha detto di fare. Ovvio che quando dice di accendere il motore, lui ne ha uno importante e poi la giocata nel fondo del campo è stata bellissima, l'ho salvata nel telefonino".
Quanto si può ispirare a Dodo?
"Kayode rispetto a Dodo è che ha una struttura morfologica diversa. Le gambe sono importanti per entrambi. Quando arrivò a Firenze lui disse "Mi ispiro a Cafù", gli dissi di volare basso ma dopo questa giornata mi sa aveva ragione lui (ride ndr)".
Kayode è dovuto ripartire dalla Serie D, questa è miopia oppure nel calcio italiano serve una strada tortuosa per emergere?
"In Italia si ha sempre il timore di rischiare di mettere dentro una squadra uno così giovane. Kayode è stato bravo e intelligente rimanendo con i piedi per terra, con la consapevolezza che doveva colmare delle lagune. Deve migliorare l'aspetto tecnico ma non quello della personalità. Italiano ha avuto ragione a schierarlo titolare, nonostante la partita importante".
Lui ha girato con la medaglia per tre o quatto giorni al Viola Park dopo aver vinto l'Europeo Under 21.
"È un ragazzo comunque con i piedi per terra, deve fare molto per migliorarsi, a ha fatto travedere delle cose impressionanti. Spero che continui così sarebbe il mio orgoglio".
Come lo vede nel futuro?
"Lui sarebbe ideale come esterno a tutta fascia ma ha dimostrato di essere ideale anche nei quattro dietro: cerca sempre le cose semplici e lineari. Sicuramente sono cose che Italiano gli ha detto di fare. Ovvio che quando dice di accendere il motore, lui ne ha uno importante e poi la giocata nel fondo del campo è stata bellissima, l'ho salvata nel telefonino".
Quanto si può ispirare a Dodo?
"Kayode rispetto a Dodo è che ha una struttura morfologica diversa. Le gambe sono importanti per entrambi. Quando arrivò a Firenze lui disse "Mi ispiro a Cafù", gli dissi di volare basso ma dopo questa giornata mi sa aveva ragione lui (ride ndr)".
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