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I primi 75 minuti di Arthur nella Fiorentina. Nel cuore del gioco, minutaggio crescente
Un po' lontano dai riflettori, inevitabile in un periodo che si poggia sui tourbillon di mercato e con le amichevoli estive che difficilmente richiamano le grandi masse, specialmente se non inserite nelle tournée intercontinentali, il nuovo acquisto Arthur ha già giocato i suoi primi 75 minuti da calciatore della Fiorentina. Sempre subentrando dalla panchina, più o meno sullo stesso, costante e ad occhio nudo sopra la media livello. Due subentri ben diversi nella forma, e non può essere altrimenti se il primo è una mezz'ora in una comoda vittoria sul Catanzaro e il secondo un tempo in un tonfo come a Belgrado che ha lasciato spiazzato per primo il centrocampista classe '96, ma simili nella sostanza.
Nel cuore del gioco, minutaggio crescente
Si è visto un Arthur nelle vesti di "play naturale" come l'aveva tratteggiato il suo direttore generale Barone, ma non troppo fissato nell'andare ad occupare la posizione davanti alla difesa che qualcuno vorrebbe vedergli morbosamente interpretare.
Nel cuore del gioco, minutaggio crescente
Si è visto un Arthur nelle vesti di "play naturale" come l'aveva tratteggiato il suo direttore generale Barone, ma non troppo fissato nell'andare ad occupare la posizione davanti alla difesa che qualcuno vorrebbe vedergli morbosamente interpretare.
Più centrale nel gioco che effettivamente in campo, il brasiliano ha immediatamente mostrato personalità e le sue caratteristiche prevalenti: voglia di tenere il pallone incollato al piede, quando non scambia sul corto. Qualche volta anche in verticale, ma senza esagerare. La buona notizia, più delle altre, è in realtà il fatto che appena arrivato, lo stesso Arthur che aveva destato più di un pensiero sulla sua condizione fisica alla luce delle ultime stagioni, ha saputo accumulare un minutaggio crescente.
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