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Fiorentina e Juventus avversarie in campo dopo gli "scambi" sul mercato. Vlahovic, Kean, Nico e non solo: pressioni diverse, rendimenti opposti e prezzi stravolti. Chi ci ha guadagnato davvero?
Sarà una domenica piena di emozioni quella di oggi in Serie A. Prima il Napoli che contro il Venezia cercherà i tre punti per mettersi, almeno momentaneamente, al primo posto, poi la sfida Champions tra Bologna e Lazio al Dall'Ara, fino al big match Scudetto tra Atalanta e Inter che chiuderà la ventinovesima giornata dando il via alla sosta. Alle 18 però ci sarà anche la gara del Franchi tra la Fiorentina, precipitata al nono posto in classifica in Serie A dopo la vittoria del Milan di ieri ma ancora una volta ai quarti di Conference, e la Juventus, reduce dal pesantissimo ko di una settimana fa contro la Dea all'Allianz Stadium che ha spezzato sul nascere il sogno di rientrare nella lotta al Tricolore. Viola e bianconeri saranno dunque avversari in campo, dopo tante trattative di mercato negli ultimi anni che hanno anche fatto dire a qualcuno che i due club fossero per certi versi anche alleati nelle trattative che hanno portato a tanti cambi di maglia.
Firenze-Torino: Bernardeschi il primo, poi Chiesa, Vlahovic e Nico Gonzalez.
Senza andare a scomodare nomi che fanno parte del passato, a partire da Roberto Baggio fino a Moreno Torricelli, Angelo Di Livio e Felipe Melo, il primo nome da fare, quello che ha aperto le danze, è quello di Federico Bernardeschi. Un trasferimento doloroso per i tifosi della Fiorentina, costato alla Juve 40 milioni di euro più bonus, per un'avventura del talento di Carrara a Torino fatta di tanti alti e bassi ma comunque tutto sommato positiva. Dopo 5 anni l'addio a zero e un valore di mercato che ha fatto il suo naturale corso. Nel 2020 è stata invece la volta di Federico Chiesa, passato alla Vecchia Signora per 50 milioni più bonus e con una storia meno convincente rispetto alle aspettative, complici anche i gravi infortuni. Poi Dusan Vlahovic, arrivato a Torino, da Firenze, nel gennaio 2022, per una cifra vicina agli 80 milioni di euro e infine Nico Gonzalez, con il trasferimento della scorsa estate chiuso in prestito oneroso a 8 milioni con obbligo di riscatto per altri 25, più 5 di bonus.
Svalutazione del serbo, difficoltà per l'argentino.
Questi ultimi due giocatori hanno storie diverse che rischiano però di avere un epilogo simile. Vlahovic è diventato un vero e proprio caso alla Juventus, da titolare inamovibile a panchinaro di lusso, con Thiago Motta che non ha certo avuto il merito di valorizzarlo e di metterlo nelle condizioni di rendere al meglio. Il serbo resta il miglior marcatore, per distacco, della Juve, ma il suo ruolo è da comprimario, inutile dire diversamente. Il suo cartellino si è per questo inevitabilmente svalutato e sembra passato un secolo da quando il numero 9 era uno dei migliori centravanti del mondo con la maglia della Fiorentina. Il giudizio su Nico Gonzalez è invece solo parziale, visto il poco tempo per poterlo valutare, ma le sensazioni, dopo meno di una stagione, non sono certo positive. E la conseguenza potrebbe essere quella di una svalutazione bis.
Torino-Firenze: prima Kean e poi Fagioli.
Dall'altra parte i nomi sono due e risalgono entrambi a questa stagione. In estate l'arrivo di Moise Kean in viola, per 13 milioni di euro più 5 di eventuali bonus e in inverno, nell'ultimo giorno di mercato, quello di Nicolò Fagioli in prestito oneroso con obbligo di riscatto condizionato per un totale di 16 milioni più bonus. Sul centrocampista il giudizio è sospeso, dopo meno di un mese e mezzo in viola, ma per il classe 2000 è invece possibile parlare di capolavoro della Fiorentina, che lo ha reso decisivo come non mai. Sia chiaro, la Juve non avrebbe potuto trattenerlo e dargli quello di cui aveva bisogno, ovvero l'essere centrale e titolare inamovibile. I viola hanno fiutato l'affare e lo hanno portato a casa, con la sua valutazione che adesso non è certo inferiore alla clausola da 52 milioni di euro presente nel contratto dello stesso Kean.
Chi ci ha guadagnato?
Rispondere a questa domanda, guardando i fatti, è semplice: la Fiorentina non ha rimpianto i giocatori ceduti dopo averli visti all'opera alla Juventus, mentre ha tratto il massimo dal centravanti tornato stabilmente in Nazionale. Sono quindi i viola ad averci guadagnato, anche se il discorso è per forza di cose più ampio. Giocare alla Juventus non è la stessa cosa che giocare alla Fiorentina, con tutto il rispetto per le parti interessate. A Torino le pressioni sono maggiori, gli errori non sono ammessi, e questo non è un aspetto da sottovalutare. La maglia bianconera non è per tutti, proprio per questo, perché oltre ai piedi e alle gambe conta tantissimo la testa e la capacita di vivere sotto stress per dei risultati che devono arrivare per forza. Questione di pressione dunque, e oggi al Franchi ce ne sarà tanta, da una parte e dall'altra.
Firenze-Torino: Bernardeschi il primo, poi Chiesa, Vlahovic e Nico Gonzalez.
Senza andare a scomodare nomi che fanno parte del passato, a partire da Roberto Baggio fino a Moreno Torricelli, Angelo Di Livio e Felipe Melo, il primo nome da fare, quello che ha aperto le danze, è quello di Federico Bernardeschi. Un trasferimento doloroso per i tifosi della Fiorentina, costato alla Juve 40 milioni di euro più bonus, per un'avventura del talento di Carrara a Torino fatta di tanti alti e bassi ma comunque tutto sommato positiva. Dopo 5 anni l'addio a zero e un valore di mercato che ha fatto il suo naturale corso. Nel 2020 è stata invece la volta di Federico Chiesa, passato alla Vecchia Signora per 50 milioni più bonus e con una storia meno convincente rispetto alle aspettative, complici anche i gravi infortuni. Poi Dusan Vlahovic, arrivato a Torino, da Firenze, nel gennaio 2022, per una cifra vicina agli 80 milioni di euro e infine Nico Gonzalez, con il trasferimento della scorsa estate chiuso in prestito oneroso a 8 milioni con obbligo di riscatto per altri 25, più 5 di bonus.
Svalutazione del serbo, difficoltà per l'argentino.
Questi ultimi due giocatori hanno storie diverse che rischiano però di avere un epilogo simile. Vlahovic è diventato un vero e proprio caso alla Juventus, da titolare inamovibile a panchinaro di lusso, con Thiago Motta che non ha certo avuto il merito di valorizzarlo e di metterlo nelle condizioni di rendere al meglio. Il serbo resta il miglior marcatore, per distacco, della Juve, ma il suo ruolo è da comprimario, inutile dire diversamente. Il suo cartellino si è per questo inevitabilmente svalutato e sembra passato un secolo da quando il numero 9 era uno dei migliori centravanti del mondo con la maglia della Fiorentina. Il giudizio su Nico Gonzalez è invece solo parziale, visto il poco tempo per poterlo valutare, ma le sensazioni, dopo meno di una stagione, non sono certo positive. E la conseguenza potrebbe essere quella di una svalutazione bis.
Torino-Firenze: prima Kean e poi Fagioli.
Dall'altra parte i nomi sono due e risalgono entrambi a questa stagione. In estate l'arrivo di Moise Kean in viola, per 13 milioni di euro più 5 di eventuali bonus e in inverno, nell'ultimo giorno di mercato, quello di Nicolò Fagioli in prestito oneroso con obbligo di riscatto condizionato per un totale di 16 milioni più bonus. Sul centrocampista il giudizio è sospeso, dopo meno di un mese e mezzo in viola, ma per il classe 2000 è invece possibile parlare di capolavoro della Fiorentina, che lo ha reso decisivo come non mai. Sia chiaro, la Juve non avrebbe potuto trattenerlo e dargli quello di cui aveva bisogno, ovvero l'essere centrale e titolare inamovibile. I viola hanno fiutato l'affare e lo hanno portato a casa, con la sua valutazione che adesso non è certo inferiore alla clausola da 52 milioni di euro presente nel contratto dello stesso Kean.
Chi ci ha guadagnato?
Rispondere a questa domanda, guardando i fatti, è semplice: la Fiorentina non ha rimpianto i giocatori ceduti dopo averli visti all'opera alla Juventus, mentre ha tratto il massimo dal centravanti tornato stabilmente in Nazionale. Sono quindi i viola ad averci guadagnato, anche se il discorso è per forza di cose più ampio. Giocare alla Juventus non è la stessa cosa che giocare alla Fiorentina, con tutto il rispetto per le parti interessate. A Torino le pressioni sono maggiori, gli errori non sono ammessi, e questo non è un aspetto da sottovalutare. La maglia bianconera non è per tutti, proprio per questo, perché oltre ai piedi e alle gambe conta tantissimo la testa e la capacita di vivere sotto stress per dei risultati che devono arrivare per forza. Questione di pressione dunque, e oggi al Franchi ce ne sarà tanta, da una parte e dall'altra.
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