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Panathinaikos, Djuricic prima della Fiorentina: "Speravo di beccare il Rapid Vienna..."
Lunga intervista a La Nazione per Filip Djuricic, ex centrocampista di Sampdoria, Benevento e Sassuolo, che giovedì sfiderà la Fiorentina nella gara di andata degli ottavi di finale di Conference League: "Lo ammetto, il vostro Paese mi è rimasto nel cuore e spero di tornare un giorno", dice il serbo.
Intanto, Djuricic, lo farà tra pochi giorni affrontando i viola: sensazioni?
"Prima del sorteggio speravo di beccare il Rapid Vienna che è una squadra meno forte della Fiorentina. Ma poi al momento dell’abbinamento ho pensato che avrei rivisto tanti amici".
Chi, di preciso?
"L’elenco è lungo. Palladino che ho affrontato tante volte da avversario, Pradè che ho avuto come dirigente a Genova, Cataldi con cui ho giocato al Benevento ma soprattutto il mio grande amico Peluso. Con lui al Sassuolo ho passato quattro anni splendidi".
Dica la verità: ad almeno uno di loro un messaggio lo avrà inviato…
"Certo, a Federico (Peluso, ndr). In questi giorni ci siamo messaggiati più volte prendendoci in giro… ma altro non vi posso dire".
Della Fiorentina invece che idea si è fatto?
"È un’ottima squadra, costruita per arrivare in fondo alla Conference. Certo, ho visto che non è in una forma smagliante… ma nemmeno noi lo siamo, sono sincero. Ecco perché sarà una partita dura. I viola non giocano un bel calcio ma sono molto fisici".
Ma la squadra più forte resta il Chelsea, che voi avete affrontato nella fase a girone unico?
"Sì, senza dubbio. Rispetto alla media delle altre, i blues sono i migliori. Al secondo posto metto Fiorentina e Betis".
Dragowski le ha detto qualcosa sulla partita di giovedì?
"È la prima persona a cui ho scritto appena c’è stato il sorteggio, sapevo che per lui sarebbe stato un incrocio speciale. E vi dico che l’ho sentito felice come non mai. Mi ha raccontato che ha ancora la residenza a Firenze, una città che resterà per sempre la sua seconda casa".
E lei è mai stato vicino alla Fiorentina?
"Sì, un paio di volte ho parlato in passato con Pradè... ma non siamo mai arrivati a chiudere. Peccato".
Intanto, Djuricic, lo farà tra pochi giorni affrontando i viola: sensazioni?
"Prima del sorteggio speravo di beccare il Rapid Vienna che è una squadra meno forte della Fiorentina. Ma poi al momento dell’abbinamento ho pensato che avrei rivisto tanti amici".
Chi, di preciso?
"L’elenco è lungo. Palladino che ho affrontato tante volte da avversario, Pradè che ho avuto come dirigente a Genova, Cataldi con cui ho giocato al Benevento ma soprattutto il mio grande amico Peluso. Con lui al Sassuolo ho passato quattro anni splendidi".
Dica la verità: ad almeno uno di loro un messaggio lo avrà inviato…
"Certo, a Federico (Peluso, ndr). In questi giorni ci siamo messaggiati più volte prendendoci in giro… ma altro non vi posso dire".
Della Fiorentina invece che idea si è fatto?
"È un’ottima squadra, costruita per arrivare in fondo alla Conference. Certo, ho visto che non è in una forma smagliante… ma nemmeno noi lo siamo, sono sincero. Ecco perché sarà una partita dura. I viola non giocano un bel calcio ma sono molto fisici".
Ma la squadra più forte resta il Chelsea, che voi avete affrontato nella fase a girone unico?
"Sì, senza dubbio. Rispetto alla media delle altre, i blues sono i migliori. Al secondo posto metto Fiorentina e Betis".
Dragowski le ha detto qualcosa sulla partita di giovedì?
"È la prima persona a cui ho scritto appena c’è stato il sorteggio, sapevo che per lui sarebbe stato un incrocio speciale. E vi dico che l’ho sentito felice come non mai. Mi ha raccontato che ha ancora la residenza a Firenze, una città che resterà per sempre la sua seconda casa".
E lei è mai stato vicino alla Fiorentina?
"Sì, un paio di volte ho parlato in passato con Pradè... ma non siamo mai arrivati a chiudere. Peccato".
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