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Dodo: "Il giocatore di Serie A che mi ha messo più in difficoltà è stato Leao"
Dodo, difensore della Fiorentina, ha rilasciato un'intervista a DAZN: "Quando arrivo sulla fascia in velocità per me è più facile dribblare. E aspetto sempre l'ultimo passo del difensore. Due giorni prima dell'infortunio mi aveva chiamato il ct del Brasile per convocarmi, e poi… Alla mia famiglia dicevo che dovevo per forza recuperare al meglio, sono venuti dei preparatori atletici dal Brasile che stavano con me il pomeriggio. Volevo tornare al più presto".
Lei è stato uno dei migliori a marcare Kvaratskhelia.
"Quando ero allo Shakhtar ho dovuto marcare Vinicius, Rodrygo, Sterling… So come marcare giocatori così, come anche Kvaratskhelia: se vai troppo forte addosso, ti dribblano. Chi ha dato difficoltà in Serie A? Leao, ha quel passo... Se uno come lui riesci a non farlo girare, è meglio".
Cosa significa la selezione del Brasile?
"Per me è un obiettivo. Il sogno l'ho già realizzato, mio figlio, adesso voglio mettermi la maglia della Nazionale, che ho già indossato nei settori giovanili, dalla U17 alla U23. Alla fine sono stato convocato alla scorsa sosta all'ultimo e mi è piaciuto molto".
Cafu, Dani Alves e Maicon: cosa ruberebbe?
"A Cafu la marcatura difensiva, il tiro al volo di Maicon e la qualità di Alves".
Cosa le ha dato Palladino?
"Mi ha fatto arrivare a un livello di gioco che non mi sarei aspettato. Mi ha detto che ho una corsa incredibile per arrivare in attacco, di provare a giocare con il centrocampo che magari riuscivo a saltare un altro uomo così. Mi trovo bene".
Anche gli altri allenatori che ha avuto le hanno dato qualcosa...
"Fonseca mi ha aperto un mondo. In 6 mesi mi ha fatto giocare due volte, poi mi ha voluto mandare in prestito al Vitoria Guimaraes per tornare poi pronto allo Shakhtar ed è stato un anno bellissimo, ho segnato 6 gol. Poi è arrivato De Zerbi che mi voleva più a centrocampo, mi diceva che dovevo fare come Alexander-Arnold. E Italiano mi ha messo nella testa di dover andare sempre a mille all'ora, andando avanti e indietro, giocando anche quando sono stanco. Con lui mi sono trovato molto bene".
Cosa significa per lei la Fiorentina?
"Dopo lo Shakhtar volevo la sicurezza di essere comprato da qualcuno perché non volevo tornare in Ucraina per non mettere a repentaglio la sicurezza della mia famiglia. La Fiorentina non ho mollato un attimo ed ha fatto di tutto per comprarmi. La fascia da capitano è stato un grande onore, non pensavo me la lasciassero con la Lazio, quando la indossi devi dimostrare qualcosa in più in una piazza come Firenze".
Lei è stato uno dei migliori a marcare Kvaratskhelia.
"Quando ero allo Shakhtar ho dovuto marcare Vinicius, Rodrygo, Sterling… So come marcare giocatori così, come anche Kvaratskhelia: se vai troppo forte addosso, ti dribblano. Chi ha dato difficoltà in Serie A? Leao, ha quel passo... Se uno come lui riesci a non farlo girare, è meglio".
Cosa significa la selezione del Brasile?
"Per me è un obiettivo. Il sogno l'ho già realizzato, mio figlio, adesso voglio mettermi la maglia della Nazionale, che ho già indossato nei settori giovanili, dalla U17 alla U23. Alla fine sono stato convocato alla scorsa sosta all'ultimo e mi è piaciuto molto".
Cafu, Dani Alves e Maicon: cosa ruberebbe?
"A Cafu la marcatura difensiva, il tiro al volo di Maicon e la qualità di Alves".
Cosa le ha dato Palladino?
"Mi ha fatto arrivare a un livello di gioco che non mi sarei aspettato. Mi ha detto che ho una corsa incredibile per arrivare in attacco, di provare a giocare con il centrocampo che magari riuscivo a saltare un altro uomo così. Mi trovo bene".
Anche gli altri allenatori che ha avuto le hanno dato qualcosa...
"Fonseca mi ha aperto un mondo. In 6 mesi mi ha fatto giocare due volte, poi mi ha voluto mandare in prestito al Vitoria Guimaraes per tornare poi pronto allo Shakhtar ed è stato un anno bellissimo, ho segnato 6 gol. Poi è arrivato De Zerbi che mi voleva più a centrocampo, mi diceva che dovevo fare come Alexander-Arnold. E Italiano mi ha messo nella testa di dover andare sempre a mille all'ora, andando avanti e indietro, giocando anche quando sono stanco. Con lui mi sono trovato molto bene".
Cosa significa per lei la Fiorentina?
"Dopo lo Shakhtar volevo la sicurezza di essere comprato da qualcuno perché non volevo tornare in Ucraina per non mettere a repentaglio la sicurezza della mia famiglia. La Fiorentina non ho mollato un attimo ed ha fatto di tutto per comprarmi. La fascia da capitano è stato un grande onore, non pensavo me la lasciassero con la Lazio, quando la indossi devi dimostrare qualcosa in più in una piazza come Firenze".
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