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Como, Fabregas: "Non siamo la Juve né l'Inter. E la parata di De Gea non si vedeva da anni"
Cesc Fabregas, allenatore del Como, parla così in conferenza stampa dopo la sconfitta per 0-2 contro la Fiorentina: "Ci manca da qualche settimana un po' di qualità, facciamo un passo avanti e uno indietro. Certo, De Gea ha fatto una parata che non si vedeva da anni. Comunque nel secondo tempo abbiamo dominato. Non posso chiedere ai ragazzi di più, noi siamo questi, devo gestire e dare fiducia...i ragazzi danno tutto in campo e non posso dirgli niente, mi arrabbio solo quando prendiamo goal e serve sicuramente un po' di cattiveria. Cinque anni fa questa squadra non esisteva ma adesso siamo ad alti livelli. Con calma e tranquillità il livello si alzerà".
E ancora: "Io devo dare fiducia ai ragazzi, devo infondere loro tanto cuore, perché conta molto anche l’aspetto mentale. Non posso chiedere ai ragazzi qualcosa di extra-extra-extra rispetto al nostro livello attuale. Non siamo né la Juventus né l’Inter. Ho a che fare con giocatori che, per l’80%, l’anno scorso erano in seconda divisione. Proprio per questo motivo bisogna lavorare molto sull’aspetto mentale e dare tanta fiducia".
Cosa dire ai ragazzi oggi?
"Dovrei forse dire che non hanno corso, che non hanno lavorato? Loro danno tutto. Non posso arrabbiarmi con loro. Lo faccio con Dossena, per quello che ha fatto. Alla fine, quello sì: lascia la squadra in dieci e poi salterà due partite che, per noi, sono delle finali. Uno con un po’ di esperienza in Serie A non può lasciare sola una squadra giovane. In ogni caso, i ragazzi corrono, fanno il 3+2, arrivano in porta, ma ci sono degli errori. Sul secondo gol subito, Goldaniga doveva stare più vicino a Sottil, non lasciarlo girare, e Kean poi arriva e segna".
I tifosi sono apparsi delusi.
"Io capisco la realtà di chi siamo. Mi dispiace vedere i tifosi delusi, ma posso arrabbiarmi solo se i giocatori non danno il 100%. Non è questo il caso. Bisogna avere umiltà. Cinque anni fa il Como non esisteva. Oggi abbiamo affrontato una squadra che ha fatto due finali di Conference League e aveva vinto sei partite di fila. Bisogna avere calma, umiltà e continuare a lavorare. Prima o poi la palla inizierà a entrare. Torneranno anche i titolari, e a quel punto il livello si alzerà. In questo momento, però, non ci sono alibi: io sono il primo responsabile di questa squadra".
E ancora: "Io devo dare fiducia ai ragazzi, devo infondere loro tanto cuore, perché conta molto anche l’aspetto mentale. Non posso chiedere ai ragazzi qualcosa di extra-extra-extra rispetto al nostro livello attuale. Non siamo né la Juventus né l’Inter. Ho a che fare con giocatori che, per l’80%, l’anno scorso erano in seconda divisione. Proprio per questo motivo bisogna lavorare molto sull’aspetto mentale e dare tanta fiducia".
Cosa dire ai ragazzi oggi?
"Dovrei forse dire che non hanno corso, che non hanno lavorato? Loro danno tutto. Non posso arrabbiarmi con loro. Lo faccio con Dossena, per quello che ha fatto. Alla fine, quello sì: lascia la squadra in dieci e poi salterà due partite che, per noi, sono delle finali. Uno con un po’ di esperienza in Serie A non può lasciare sola una squadra giovane. In ogni caso, i ragazzi corrono, fanno il 3+2, arrivano in porta, ma ci sono degli errori. Sul secondo gol subito, Goldaniga doveva stare più vicino a Sottil, non lasciarlo girare, e Kean poi arriva e segna".
I tifosi sono apparsi delusi.
"Io capisco la realtà di chi siamo. Mi dispiace vedere i tifosi delusi, ma posso arrabbiarmi solo se i giocatori non danno il 100%. Non è questo il caso. Bisogna avere umiltà. Cinque anni fa il Como non esisteva. Oggi abbiamo affrontato una squadra che ha fatto due finali di Conference League e aveva vinto sei partite di fila. Bisogna avere calma, umiltà e continuare a lavorare. Prima o poi la palla inizierà a entrare. Torneranno anche i titolari, e a quel punto il livello si alzerà. In questo momento, però, non ci sono alibi: io sono il primo responsabile di questa squadra".
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