CONDÒ A RFV: "Sconcerti un passionale: sarebbe orgoglioso del Viola Park. Il valore della Fiorentina si vedrà negli scontri diretti"
A due anni dalla scomparsa di Mario Sconcerti, storica firma del giornalismo e grande amico di Radio FirenzeViola, la nostra emittente ha intervistato una delle firme più prestigiose del mondo sportivo che ha conosciuto personalmente Sconcerti, ovvero Paolo Condò, attualmente editorialista de La Repubblica e opinionista di Sky. Ecco le sue dichiarazioni, con anche un riferimento all'attualità della Fiorentina: "Ricordo Mario con gratitudine. Mi ha sempre dato una grande mano e mi ha insegnato molte cose, fin da quando è diventato vicedirettore della Gazzetta nel 1986: io ero appena arrivato al giornale e i giovani stentavano a farsi spazio tra le grandi firme. Lui ci fece fare un salto triplo e fu l'inizio della mia carriera".
La critica che aveva Sconcerti secondo lei è ancora presente?
"La profondità dell'analisi di Mario era unica: lui l'ha portata a un livello superiore, ha scavato a delle profondità che francamente non si pensavano possibili. Lui è stato il primo a dare ai numeri l'importanza che serve. I vecchi giornalisti non gli davano il peso sufficiente nel mondo del calcio. E' indubbio che un tempo il giornalista era molto più protagonista e aveva molto più spazio per la critica, in virtù dell'accesso alle fonti più facile: oggi alcuni club lasciano fuori dal centro sportivo i giornalisti che fanno domandi scomode. Un tempo certe pratiche sarebbero state inammissibili, oggi è una cosa ricorrente".
Cosa si ricorda del rapporto di Sconcerti con la Fiorentina?
"Aveva una passionalità proverbiale, che ci ha portato spesso a discutere: io tifo Triestina e in virtù di questo ho sviluppato una grande imparzialità, non essendo un club competitivo a certi livelli, mentre lui, essendo tifoso di una squadra di una grande città, lo rivendicava, non nascondendolo mai. Non era mai sereno nel giudizio sui viola ma era sempre onesto. Da dirigente, me lo ricordo stressatissimo ma anche felice: era felice, per esempio, di aver portato sulla panchina un giovane Mancini, sfidando le regole ma vincendo la Coppa Italia".
Oggi cosa direbbe Sconcerti della Fiorentina?
"Sarebbe contento, visto come sta andando la stagione dei viola: certo, sicuramente troverebbe qualcosa che non va bene. Anche con i pezzi dei quali ero più fiero era molto critico. Lui sarebbe molto orgoglioso del Viola Park e di come la Fiorentina è riuscita a far crescere Comuzzo all'interno del suo settore giovanile. Sarebbe felice sia come tifoso che come amministratore di club".
Cosa pensa del rendimento viola in questo avvio di stagione?
"La Fiorentina è la squadra che ha giocato meno scontri diretti ma ciò non toglie che il suo cammino sia stato di secondo piano: ha fatto il pieno contro le squadre più deboli di lei. Adesso vedremo come andranno le gare con Juventus, Napoli e Inter, poi capiremo quali sono i veri traguardi della Fiorentina".
Che idea si è fatto della polemica tra Pradè e Italiano nel post gara di Bologna?
"In linea di massima non sono per l'ipocrisia: certo, quando uno vince bisogna avere un certo stile… ma a me piacciono quelli che esultano, non quelli che reprimono le loro emozioni. Sennò a lungo andare diventa una liturgia stantia. E il discorso vale anche per la questione Zaniolo che è stata tirata fuori di recente".