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KEAN VIOLA, REAZIONI AMBIVALENTI. MA NON SERVE LO SCOUT MONDIALE PER PRENDERE UN ALTRO ESUBERO DALLA JUVE OFFERTO DAL SOLITO PROCURATORE. DAVVERO COMMISSO VUOLE TAGLIARE GLI INGAGGI? SE È VERO, IL MOMENTO È SBAGLIATOTUTTO mercato WEB
venerdì 28 giugno 2024, 00:00L'editoriale
di Stefano Prizio
per Firenzeviola.it

KEAN VIOLA, REAZIONI AMBIVALENTI. MA NON SERVE LO SCOUT MONDIALE PER PRENDERE UN ALTRO ESUBERO DALLA JUVE OFFERTO DAL SOLITO PROCURATORE. DAVVERO COMMISSO VUOLE TAGLIARE GLI INGAGGI? SE È VERO, IL MOMENTO È SBAGLIATO

I viola puntano forte sull’attaccante juventino Moise Kean, terzo per scelta nella titolarità del ruolo di centravanti in bianconero, dopo Vlahovic e Milik. Kean quindi, giocatore non più giovane, ha 24 anni, dai numeri non incredibili per i gol realizzati e con qualche magagna comportamentale venuta fuori in carriera. C’è chi dice non sia  il colpo importante che la Fiorentina farà in attacco, ma solo il sostituto per uno dei partenti del fronte avanzato (Kean infatti è una punta centrale di ruolo ma può fare anche l’esterno su entrambe le fasce), c’è chi lo chiama scommessa, ma una scommessa non è un giocatore di 24 anni che si paga 30 milioni e forse più tra cartellino e stipendio, ma una giovane pianticella presa a 1, 2, 3, massimo 4 o 5 milioni, telefonare Corvino ore pasti, c’è chi immagina un mercato stile Tomasi di Lampedusa, col gattopardiano fuori Nzola e Ikonè e dentro Kean, cambiare tutto per non cambiare nulla. Tanto più che l'operazione viene portata a termine ad inizio mercato, con un giocatore in scadenza la prossima estate: qualcosa che conviene più alla Juventus che alla Fiorentina.

Il fatto è che se dopo aver sbagliato cinque attaccanti dopo Vlahovic, si arriva a Kean per rimediare, c’è più di qualcosa che non va, ma è pur possibile che il club viola intenda contentare una precisa richiesta sul giocatore fatta dal suo nuovo tecnico Palladino. Comunque in attesa dell’eventuale ufficialità di Kean, tra i tifosi c’è chi si schiera apertamente contro l’operazione, così come ci sono i cuori contenti che la sostengono convinti. Ma se dopo cinque errori grossi, sarà un errore anche il sesto, la dirigenza viola entrerà inesorabilmente nella palude della cronica incapacità di risolvere il problema attaccante che la squadra viola si trascina da due stagioni.

Eppure c’è chi ha detto che la Fiorentina ha scout di livello mondiale. Ma se gli scout viola sono davvero così bravi, bene farebbero ad andare a prendere idee nei campionati remoti e misconosciuti, idee a basso costo e vincenti, giusto ieri nella clamorosa vittoria della Georgia sul Portogallo, si è dimostrato che la nazionale della piccola repubblica caucasica non ha di buono il solo Kvara, ma ad esempio anche il centravanti Mikautadze, basta cercare. Per prendere un  Kean, esubero della juve, o calciatori dai soliti tre o quattro tornei europei che tutti seguono, non occorrono scout di livello mondiale, a favorire la Juve ed il solito procuratore, son tutti boni, come dicevano le vecchiette toscane un po’ sboccate. Sbagliare ancora andrebbe contro l’ammonimento di San Agostino di Ippona che diceva come errare sia umano, ma perseverare diabolico

Tuttavia il problema appare di ordine più generale: alcuni bene informati, o presunti tali, si dicono convinti che la direttiva di Commisso sia abbassare il monte ingaggi della Fiorentina. Ebbene, se così fosse, sarebbe questo un grave errore. Infatti adottare misure di restrizione, di austerity, in un frangente come quello che attraversa adesso il club viola, sembra sbagliato (ma che l’ordine di scuderia sia procedere in tal senso è solo una voce e non una certezza). La Fiorentina arriva da una stagione difficile, terminata con risultati non brillanti, inoltre dopo tre stagioni, cambia guida tecnica, con tutti i problemi che comporta adattarsi alla mano di un nuovo allenatore, il quale avrebbe pure il diritto di vedersi affidata una squadra più forte possibile e con meno nodi da sciogliere possibile, non una squadra che si porti dietro problemi annosi, come la scarsa prolificità.

Per ridimensionare le spese e di conseguenza le ambizioni, bisognerebbe attendere altri momenti, l’approdo a lidi più tranquilli e magari evitare di fare poco prima di operare tagli proclami tonitruanti di rilancio e aumento delle ambizioni. Viceversa il pubblico (i clienti, come avrebbe detto un altro operatore di tagli per indole e mestiere come Cognigni) potrebbe sentirsi tradito nelle proprie aspettative. Si vuol davvero tagliare? Ebbene lo si dica apertamente, riconoscendo che il multimiliardario proprietario del club, non per prescrizione medica, non vuole o non può più sostenere forti investimenti, del resto i problemi di soldi e i momenti di crisi li hanno tutti i lavoratori, semplici cittadini o ricconi che siano. Non c’è nulla di male a mostrarsi umili, c’è chi è costretto a farlo ogni giorno e senza vergogna ma con la schiena dritta dell'uomo onesto. Chiediamo scusa per il fervorino e il tono un po’ didascalico. Infine in alternativa, se si vuol disinvestire, disimpegnarsi, tirare i remi in barca, si potrà sempre fare come fece il Marchese del Grillo (nel grande film di Monicelli) il quale ad Aronne Piperno l’ebanista che gli presentava il conticino disse : ‘Bello bello tutto, bravo, adesso te ne poi annà!’