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Cristiano Piccini: "Betis-Fiorentina, che equilibrio. A Siviglia sarà una bolgia. Ma con Kean tutto è possibile. In Svizzera sono rinato"
ieri alle 16:10Copertina
di Andrea Giannattasio
per Firenzeviola.it

Cristiano Piccini: "Betis-Fiorentina, che equilibrio. A Siviglia sarà una bolgia. Ma con Kean tutto è possibile. In Svizzera sono rinato"

Esclusiva di Radio FirenzeViola

Sì, è proprio il caso di dirlo. Cuore diviso a metà. Da una parte quello viola, il colore del suo tifo, della sua gioventù (ha giocato nove anni nel vivaio della Fiorentina), dell’anima della sua famiglia. Dall’altro quelli biancoverdi del Real Betis, la squadra che più di tutte ha segnato la sua carriera e che lo ha lanciato nel grande calcio. C’è da scommettere che la doppia semifinale di Conference tra gli spagnoli e la Fiorentina sarà davvero speciale per Cristiano Piccini, difensore oggi in forza all’Yverdon - in Svizzera - che dopo aver pensato di smettere di giocare (causa troppi infortuni) ha scelto di rilanciarsi nel Canton Vaud, agli ordini di un altro italiano come Paolo Tramezzani. E dopo aver segnato il suo primo gol con la nuova maglia, il terzino classe ’92 ha deciso di giocare in anteprima per Radio FirenzeViola la sfida tra Betis e Fiorentina.

Prima però, Cristiano, partiamo da lei e da come si trova in Svizzera.
“Ero in Messico, avevo ancora un anno e mezzo di contratto e volevo rescindere perché davvero volevo smettere. Nel periodo in cui stavo riflettendo, mi hanno chiamato diversi club e alla fine ho deciso di riavvicinarmi verso casa, per finire la stagione. Sta andando bene: ho trovato un club serio, che fa le cose per bene. In più ci sono tanti italiani, tra cui l’allenatore Tramezzani. Vivo in un Paese meraviglioso e ho ritrovato la forma che la cosa più importante: era quello che mi mancava di più. Adesso finirò la stagione qua, poi vedrò se avrò opportunità di continuare da qualche altra parte. Se avrò ancora voglia e sarò senza stress”. 

Dica la verità: un po’ le manca l’Italia?
“Gli ultimi sei mesi alla Sampdoria l’anno scorso sono stati forse i più belli della mia carriera a livello personale. Ho trovato anche De Paoli, che è un fratello, in più anche Pirlo con cui ho legato perché è una persona meravigliosa. Andare via dalla Samp è stato difficile, avevo un accordo per rimanere un altro anno ma poi è cambiato il direttore sportivo e sono cambiate le cose e avendo un’offerta dal Messico ho accettato perché non volevo rimanere fermo. Sono felice della scelta che ho fatto: ho visto un nuovo campionato, ho conosciuto tante nuove persone, in un Paese bellissimo”.

Quanto è stato vicino all’idea di smettere di giocare?
“Non le nascondo che ho vissuto una parentesi amara perché nel momento in cui ero in Nazionale ed ero un giocatore di una squadra importante come il Valencia ho avuto un infortunio gravissimo che mi ha tenuto fuori per due anni e mezzo. In mezzo c’è stata la parentesi Atalanta che per me mentalmente è stata difficile. Dopo sono stato in Serbia, dove non mi sono trovato bene e dopo aver rescisso il contratto con la Stella Rossa mi sono dovuto reinventare. In Messico ho avuto altri problemi fisici e sono dovuto andare in Spagna dal mio fisioterapista per curarmi: è stato allora che ho pensato di dire basta, avevo perso il fuoco e non volevo fare una cosa che mi faceva stare male sia a livello mentale sia a livello fisico. L’opportunità della Svizzera è arrivata in un momento in cui ero sereno e avevo recuperato la passione”.

Passiamo a Betis-Fiorentina. Chi meglio di lei ci può parlare di questa doppia sfida…
“La Fiorentina è la squadra che tifo da quando sono bambino: io sono entrato nelle giovanili che avevo 10 anni e ho avuto la fortuna di esordire in prima squadra con Mihajlović a 18 anni. È la squadra della mia città e dove sono cresciuto, anche se comunque il Betis è stata una squadra importante sia a livello sportivo che a livello sentimentale perché è stata la mia prima esperienza all’estero e la squadra in cui mi sono fatto conoscere. Con i tifosi biancoverdi c’è sempre stato un rapporto di amore e odio ma il Betis resterà per sempre una parte fondamentale della mia carriera. Non posso dirle per chi faccio il tifo ma sono sicuro che sarà una grande partita”. 

Sarà già decisiva la gara d’andata al Benito Villamarin?
“Non credo. Quello che credo però è che il tifo del Betis sia uno dei migliori d’Europa: lo stadio è veramente sempre pieno con i tifosi che non smettono mai di cantare, indipendentemente dal tipo di partita. È un ambiente in cui si può soffrire, ma se le cose girano bene si può anche godere e alzare l’asticella. Ricordo ancora la Fiorentina di Montella che giocò contro il Siviglia: ecco, l’ambiente è simile però il Betis ha un tifo ancora più caldo”.

Confrontando Fiorentina e Betis, che squadre sono a livello di valori? 
“A livello di nomi il Betis con Isco alza l’asticella perché la sua carriera parla da sola: la Fiorentina non ha giocatori che hanno vinto quanto Isco, forse solo De Gea. Per curriculum della rosa, penso che il Betis sia una squadra più forte. Parlando di campo invece la Fiorentina sta facendo una grandissima stagione, con Kean che sta facendo un’annata da fenomeno: sono davvero felice per lui perché anche se l’ho conosciuto solo in Nazionale è un ragazzo che aveva tantissime qualità inespresse. Sono felice che stia riuscendo a tirarle fuori in maglia viola”.

Sta facendo faville anche Dodo, uno che gioca nel suo ruolo…
“Giocavo. Ormai mi sono reinventato centrale. Il brasiliani sta facendo una stagione strepitosa per il ruolo che ha: è veramente forte. In partite come quella tra Betis e Fiorentina sono i dettagli che contano. Io ho avuto di giocare una semifinale europea contro l’Arsenal quando ero a Valencia, come anche dei quarti contro l’Atletico de Madrid quando ero allo Sporting ed in quel caso è stato un errore di un nostro difensore a compromettere la partita. A questi livelli bisogna evitare di fare errori individuali. Sarà comunque una bellissima partita. Conoscendo il tifo del Betis, staranno sicuramente organizzando una coreografia da far perdere il fiato. Ma io non posso dire per chi farò il tifo. Joaquin non penso che avrà problemi a dirvelo… (ride, ndr).”