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Mario Gomez sugli anni in Italia: "L'esperienza a Firenze mi fa ancora male"TUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
mercoledì 26 marzo 2025, 13:26Ex viola
di Redazione FV
per Firenzeviola.it
fonte l'Ultimo Uomo

Mario Gomez sugli anni in Italia: "L'esperienza a Firenze mi fa ancora male"

Mario Gomez si racconta. Nel corso di un'interessante intervista rilasciata a l'Ultimo Uomo, l'ex campione tedesco, oggi direttore tecnico della parte calcistica del mondo Red Bull, è tornato a parlare della sua esperienza nel mondo del calcio e anche di quanto fatto in due stagioni, dall'estate 2013 a quella 2015, alla Fiorentina: «Non sono più un giocatore, l’ho accettato e lo accetto ancora più oggi. Sono molto felice nella mia nuova vita in cui non devo più essere sul campo. Non ho più bisogno dell'amore dei tifosi nello stadio. Sono felice se ricevo l’amore delle persone intorno a me, quando sono contente che le sto aiutando».

E sulla partita d'addio di Giuseppe Rossi, il Pepito Day, a cui ha partecipato sabato scorso tornando al Franchi: «Ho sempre detto che ci sono solo due partite d'addio a cui sarei andato - non prendermi troppo sul serio, magari saranno cinque alla fine della mia vita. Ma a due giocatori ho sempre detto che ci sarei stato, se l’avessero fatta. Uno è Claudio Pizarro. Prendendo in considerazione tutto, probabilmente il miglior compagno di squadra che abbia mai avuto. L’altro giocatore [a cui ho promesso che sarei andato alla sua partita d'addio] è Giuseppe, che è semplicemente incredibile. Penso che senza gli infortuni sarebbe potuto diventare uno dei cinque migliori calciatori al mondo. Aveva un talento pazzesco. Era un grande calciatore… è ancora un grande calciatore».

Così sui due anni a Firenze: "Anche noi ci credevamo», mi dice Mario Gomez parlando della squadra vera e propria, del clima che si respirava nello spogliatoio. «A dire la verità è il motivo per cui mi sono trasferito alla Fiorentina. L’ho detto molte volte: avevo un’offerta da una grande squadra in Spagna ma ho deciso di andare alla Fiorentina perché la famiglia Della Valle e Pradé, il direttore sportivo, mi hanno esposto il loro progetto su come arrivare davanti alla Juventus. Avevano un nuovo stadio in cantiere, una lista di nuovi acquisti… eravamo pronti ad andare all’attacco. Mi fa ancora male pensare di non essere riuscito a dare alla Fiorentina ciò che avrei voluto, è l’unico club in cui non sono riuscito a mostrare il mio vero potenziale. Sono riuscito a recuperare solo quando mi ero già trasferito in un altro club, perché a quel punto non avevo più la pressione di tornare e ho potuto ricominciare da capo. Nella Fiorentina non ho avuto il tempo per farlo».