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La Regione Toscana al fianco della famiglia di Bruno Beatrice: la battaglia va avanti
Oggi alle 18:23Primo Piano
di Lorenzo Marucci
per Firenzeviola.it
fonte Dall'inviato al Palazzo del consiglio regionale della Toscana

La Regione Toscana al fianco della famiglia di Bruno Beatrice: la battaglia va avanti

La voglia di fare chiarezza e trovare giustizia per Bruno Beatrice. Anche la Regione Toscana è scesa in campo per sostenere la battaglia della famiglia dell'ex calciatore della Fiorentina degli anni '70 morto nel 1987 a 39 anni di leucemia che si ipotizza fu causata, anche secondo le varie perizie medico-scientifiche effettuate nel tempo, dai raggi Roentgen, prescritti dallo staff medico viola di allora.

La lunga battaglia - Adesso non c'è più la moglie di Bruno, Gabriella che si è spenta proprio oggi. Ha passato 38 anni a chiedere giustizia per il marito e quella è rimasta la sua ultima volontà che ora porteranno avanti i figli. Nonostante il lutto, Alessandro Beatrice era comunque presente oggi nel Palazzo del Consiglio regionale per portare avanti, con la sorella Claudia rimasta ad Arezzo, la battaglia che in questi anni ha coinvolto tutta la famiglia (c'erano i figli di Alessandro). Una battaglia nella quale la famiglia si è trovata troppo spesso da sola e che negli ultimi anni ha avuto il sostegno solo della Curva Fiesole che con striscioni e cori ricorda sempre Bruno Beatrice.

La Regione con la famiglia Beatrice - Oggi a sostenere e ed abbracciare Alessandro c'erano tra gli altri i vecchi ultras con il loro striscione, il Museo Fiorentina, il responsabile del centro tecnico Federale di Coverciano Maurizio Francini, Alberto Panizza, ma anche tanti esponenti politici, il vicepresidente del consiglio regionale Marco Casucci (è passato anche il presidente Giani), i consiglieri regionali Andrea Vannucci e Vincenzo Ceccarelli. "Questa unione tra la Regione e la famiglia Beatrice  - ha detto Alessandro - è qualcosa di eccezionale e oggi in concomitanza di quel che è accaduto diventa davvero unico, non può andare nel dimenicatoio. La Regione Toscana ha unito Bruno e Gabriella. Mio padre tra l'altro era conosciuto e soprannominato anche come Bruga. La mamma tanti anni fa aveva aperto un negozio di bomboniere chiamandolo così e questo nome ora lo voglio recuperare e rimettere in evidenza".