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Tempo di correre ai ripari e chiamare tutti alle proprie responsabilità. Esonero ad ora escluso, ma un commissariamento tecnico può aiutareTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca 2025
Oggi alle 18:30Copertina
di Tommaso Loreto
per Firenzeviola.it

Tempo di correre ai ripari e chiamare tutti alle proprie responsabilità. Esonero ad ora escluso, ma un commissariamento tecnico può aiutare

Piove sul bagnato perché ancor prima del risultato di Verona il k.o. di Kean non può che preoccupare. Per il ragazzo, certo, che rimedia un colpo da pugilato ed è costretto a uscire in ambulanza, e per una squadra che adesso rischia di non avere il suo unico centravanti nel momento più complicato possibile. Premesso tutto ciò il risultato di Verona scoperchia problemi non nuovi, già intravisti nella sconfitta del Franchi contro il Como e diventati giganteschi oggi al cospetto di una squadra che ha fatto tutt’altra gara rispetto a quella di una settimana fa.

Fiducia a tempo, strigliate assortite e il rischio anonimato
Logico che al fischio finale, oltre l’amarezza per il risultato, ci sia stato soprattutto l’interrogativo sulla futura guida tecnica. Perché il trend è sempre più preoccupante, e perché dalla panchina non arrivano risposte all’altezza. Se le parole di Pradè avevano fatto discutere, stavolta è stato il dg Ferrari a raccontare quanto Palladino sia - suo malgrado - sotto osservazione, e a prescindere da come la si veda sui rapporti interni pensare a come intervenire diventa obbligatorio. Da casa viola filtra l’intenzione di non sollevare l’allenatore dal suo incarico, ma questo non può escludere una profonda riflessione su convinzioni tornate granitiche nonostante l’evidenza dei problemi che si portano dietro.

La retromarcia del tecnico e l’apatia generale in campo
Praticamente impossibile trovare una logicità nelle scelte iniziali di Palladino, che ancora una volta smentisce il mercato riproponendo due esterni come Zaniolo e Folorunsho (ma non si era detto di puntare più sui trequartisti abbandonando le fasce?) e confermando due soli mediani in mezzo al campo che, esattamente come contro il Como, si ritrovano travolti. Ancora una volta all’assenza di Adli non si ricorre all’inventiva di Fagioli, mentre dietro il miglior centrale dell’ultimo periodo (Pongracic) si accomoda in panchina. La conseguenza sono pochi minuti benauguranti e due colpi di testa, pochissimo al cospetto di un Verona che sfrutta l’uscita dal campo di Kean per salire di tono e legittimare la vittoria. Nel mezzo c’è l’elettroencefalogramma piatto con il quale la Fiorentina si consegna agli avversari, quasi che nessuno in campo avesse l’intenzione di provare a salvare il salvabile.

Un richiamo collettivo alle proprie responsabilità
Mentre fino a questo momento la società non si è ancora espressa (e i primi spifferi fanno sapere che Palladino non è a rischio) è evidente che le colpe a questo punto non possono che esser condivise, e non possono limitarsi alla guida tecnica. A due settimane dall’appuntamento europeo immaginare un cambio di rotta in panchina mette i brividi, a meno che non si chiami un big (Sarri?), ma è altresì chiaro che prima di un traghettatore (come potrebbe essere Tudor) nello spogliatoio è necessario un intervento netto, chiaro, che chiami i calciatori alle proprie responsabilità e magari imponga al tecnico di scegliere strade meno impervie. Una sorta di commissariamento tecnico con l’intento di proteggere un gruppo che dopo il Lecce (probabilmente da affrontare senza Kean) si troverà di fronte squadre del calibro di Napoli, Atalanta, Juventus e Milan oltre alla doppia sfida al Panathinaikos. Non è ancora tutto perduto, ma è tempo di correre ai ripari e di farlo il prima possibile mettendo parecchi puntini sulle i.