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Crisi viola, la ricetta di Macia: "Firenze, ora calma. Con Montella facemmo così. Acquisti? Sono poco amico dei prestiti a gennaio"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 16:00Copertina
di Lorenzo Marucci
per Firenzeviola.it

Crisi viola, la ricetta di Macia: "Firenze, ora calma. Con Montella facemmo così. Acquisti? Sono poco amico dei prestiti a gennaio"

Calma. E' questo il messaggio raccolto in esclusiva da FirenzeViola.it che arriva da un dirigente esperto come Eduardo Macia che a Firenze viene ricordato per il gran lavoro svolto proprio con Daniele Pradè. Come non ricordare quella Fiorentina di Montella che per tre anni consecutivi si classificò al quarto posto. Tempi ormai lontani, ora i problemi sono diversi e anche con una Fiorentina sesta i dubbi sono tanti. E ci si interroga sul futuro di Palladino e sulle sue capacità di risollevare la squadra. 

Macia, che idea si è fatto vedendo la Fiorentina e soprattutto che pensa delle ultime sconfitte, in particolare quelle dolorose con Como e Verona?
"Un po' mi ricorda il nostro periodo di gennaio-inizio febbraio del 2013, quando perdemmo contro Udinese, Pescara, Catania e pareggiammo contro il Napoli in una partita casalinga. Eravamo in calo dopo avere esibito un calcio spumeggiante e vincente che fece cambiare agli altri il modo di affrontarci. Tutte divennero partite sporche e dure. Abbiamo però avuto la calma necessaria per adattare di nuovo il nostro calcio, senza perdere la nostra identità di fronte a questo nuovo modo di affrontarci. Siamo cresciuti in intensità e velocità per essere di nuovo dominanti. Quest’anno la Fiorentina ha fatto vedere delle cose interessanti per portare avanti questo primo periodo di transizione dopo Italiano, con partite veramente di alto livello, quindi è diventata di nuovo un... "nemico" che deve essere affrontato fortemente. Tocca adesso alla squadra cambiare questo passo mentale e ritrovare quello visto nei primi mesi". 

Da dirigente esperto, ha senso valutare il cambio di allenatore a 12 giornate dalla fine e con una Conference League tutta da giocare?
"Quel che posso dire è che noi abbiamo avuto la calma di supportare e aiutare l'allenatore, allo stesso tempo però chiedevamo ai giocatori ulteriori passi avanti, con parole giuste e molto dirette. Diciamo che abbiamo visto il valore di Montella e quello della squadra, utile per continuare la crescita, tutti insieme, su un ideale di calcio. Ma abbiamo anche chiesto miglioramenti nell’aspetto competitivo, senza permettere a nessuno di stabilirsi nemmeno per un secondo in una “zona comfort" o in una "terra di nessuno”. Questa è stata la vera decisione: saper individuare il valore aggiunto di Montella per una squadra molto ben definita, capace di portare avanti le sue idee di calcio. Noi dirigenti siamo rimasti dietro le quinte a lavorare senza fiato ma senza essere protagonisti". 

Il mercato di gennaio è stato in linea con le ambizioni? Qual è il suo giudizio su Folorunsho, Zaniolo e Fagioli?
"Il valore si raggiunge meglio quando prendi i giocatori a titolo definitivo. Sono poco "amico" dei prestiti, soprattutto in squadre importanti come la Fiorentina. Se proprio devo fare uno/due prestiti li farei sempre in estate. Non conta avere il diritto di riscatto, perché poi la tua stagione sembra quasi essere un “provino” per poi decidere il da farsi… io penso di aver fatto i miei errori soprattutto con giocatori in prestito a gennaio, senza che avessero tempo dì stabilirsi in una squadra che da mesi lavorava insieme con le idee già sviluppate. I tre giocatori citati sono importanti, ma sicuramente sarebbero più importanti se appartenessero alla società. Io non metterei in dubbio il valore tecnico di tutti i tre, ma anche loro devono fare i loro passi dando il loro contributo per convincere il club. Diciamo che a volte arrivare e giocare contro il tempo non aiuta. Sentire l’appartenenza aiuta di più".