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CARTA BIANCA A PALLADINO, ANCHE SUL MERCATO: DOPO PABLO MARÌ SI GUARDA SEMPRE A MONZATUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
martedì 28 gennaio 2025, 10:00Copertina
di Alessandro Di Nardo
per Firenzeviola.it

CARTA BIANCA A PALLADINO, ANCHE SUL MERCATO: DOPO PABLO MARÌ SI GUARDA SEMPRE A MONZA

Ruota tutto intorno a Raffaele Palladino. Inevitabile sia così. Lo è da quando per la prima volta ha messo piede al Viola Park: era il giugno scorso e anche l'inizio dell'avventura fiorentina lasciava intendere la centralità del tecnico di Mugnano. In principio fu Moise Kean, attaccante cercato, corteggiato e portato alla base, diretta espressione della volontà di colui che si era appena seduto in panchina. E mossa azzardata (visto la stagione disastrosa da cui era reduce l'ex Juve) che allo stesso Palladino ha fatto riscuotere diversi crediti. Per questo, non c'è da stupirsi che, dopo un tira e molla durato un paio di settimane, Palladino sia stato accontentato anche adesso, a gennaio, con l'arrivo di un altro suo adepto: Pablo Marì è solo l'ultimo pescato da Pradè nella wishlist del proprio allenatore. Perché oltre a Kean poi c'è anche Colpani - anche su questa operazione, per ora non altrettanto fortunata come la precedente, ci sono impresse le iniziali RF -; e dopo chissà. Perché con Pablo Marì non si fermerà il mercato viola.

Altra richiesta diretta di Palladino: un centrocampista di gamba e fisico, uno che vada a un passo diverso rispetto ai più che compassati Adli, Mandragora, Cataldi e Richardson. Anche qui, il tecnico sembra aver suggerito la risposta. Porta - guarda caso - a Monza e a Warren Bondo. Non è lui l'unico nome buono per la mediana; è forse il più "fattibile", a sei giorni dal gong del mercato. Perché Frendrup costa tantissimo, idem Fagioli, e Cristante è il jolly da giocare nelle ultime ore di mercato. E quindi Bondo, dinami(ti)co centrocampista francese, classe 2003, autore proprio contro la Fiorentina di una prova di una quantità impressionante.

Al di là della sindrome da ancien regime contratta da Palladino e da molti altri colleghi (il fetish voler ricomporre il glorioso Monza 2023/24 rientra nella deformazione professionale di un ruolo in cui spesso si vanno sempre a ricercare gli stessi nomi, basta vedere l'esempio di Antonio Conte con Cristiano Biraghi, o quello di Italiano con Ikone), l'operazione comunque difficile, per le richieste dei brianzoli che, in caso di cessione di un altro leader a gennaio, dopo le uscite di Marì e Djuric, alzerebbero sostanzialmente bandiera bianca per la corsa salvezza. Ma prendiamola come l'ennesima indicazione: dopo qualche incomprensione e alcune dichiarazioni sibilline, la linea del mercato certifica che società e allenatore hanno un orizzonte comune. Dettato, come sempre, dalle idee di quest'ultimo.