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PRESERVARE IL GRUPPO SIGNIFICA RINFORZARLO: COMMISSO RIFLETTA, OCCASIONE UNICA CON MILAN E ROMA IN CRISI. PUNTO SPECIALE CON LA JUVE, SECONDA SVOLTA DEL DESTINO. COLPANI RISCHIA DI DIVENTARE UN CASO, PER GUD QUALCOSA NON TORNA
martedì 31 dicembre 2024, 11:55L'editoriale
di Angelo Giorgetti
per Firenzeviola.it

PRESERVARE IL GRUPPO SIGNIFICA RINFORZARLO: COMMISSO RIFLETTA, OCCASIONE UNICA CON MILAN E ROMA IN CRISI. PUNTO SPECIALE CON LA JUVE, SECONDA SVOLTA DEL DESTINO. COLPANI RISCHIA DI DIVENTARE UN CASO, PER GUD QUALCOSA NON TORNA

Il punto graffiato dalla pelle juventina ha ancora addosso le unghie viola, è sempre un buon segno quando il risultato resuscita agli sgoccioli perché c’è vita, voglia di rimettersi in gioco, orgoglio diffuso. Non stiamo ancora una volta a discutere sulle scelte di Palladino _ il centrocampo a 2 ormai è un tormentone _ perché il valore del pareggio supera qualsiasi altra considerazione. E’ una di quelle occasioni in cui il risultato zittisce, perciò ci associamo al mutismo sull’assetto che scricchiola (ma poi nello specifico parleremo di Colpani e Gudmundsson).

Veniamo subito al punto, cioè al mercato, perché è necessario rafforzare un gruppo che merita il miglior sostegno possibile da parte del club. La giusta precauzione di conservare l’equilibrio interno _ pensiamo principalmente a Kean, che senza concorrenza è rinato _ dovrà sposarsi con una corretta è sostanziosa immissione di qualità. Anche il gatto sa che dovrà essere aggiunto un centrocampista al posto di Bove, che dire poi di un esterno destro di attacco che faccia (davvero) gol, una freccia da innescare magari anche a partita in corso per risolvere un problema di spinta evidente su quella fascia? In più un vice che assomigli a Kean molto più di Kouame. La Fiorentina è quinta e cinque saranno con tutta probabilità le prossime squadre italiane in Champions, è un’occasione unica considerate le crisi di Roma e Milan (vediamo ora con Conceicao). Commisso sicuramente starà rileggendo il suo messaggio di scuse dello scorso giugno, dopo un mercato di gennaio non all’altezza della situazione. L’equilibrio di questo campionato è ancora più invitante, quindi…

Dovranno essere piazzati gli scontenti. Biraghi è ovviamente in partenza, se tutto va bene potrebbero seguirlo Ikone e Kouame (e ci stavamo dimenticando di Christensen). Per i nomi a centrocampo si va dall’inseguito Folorunsho a Frendrup, la coperta attuale è obiettivamente corta e non solo per questo Palladino insiste con la linea a due rafforzata, si fa per dire, da Colpani: l’impressione è che si fidi ancora il giusto di Richardson e utilizzi Mandragora come ricambio quando uno fra Adli e Cataldi va in crisi. Avevamo promesso di non parlare di assetto, ma una considerazione va fatta: Palladino dovrà scegliere cosa fare nella vita, restare così oppure evolversi, perché il 4-2-3-1 attuale è un ibrido con gli esterni di attacco che fanno molti altri mestieri, senza aiutare nel modo corretto i mediani. Gli avversari ormai l’hanno capito, eccome.

Per fortuna di Palladino, Kean e il santissimo De Gea hanno fatto la differenza in un numero di partite sufficiente a stoppare le critiche più dure, che però restano in canna nonostante il quinto posto, si sa, a Firenze siamo incontentabili. Va per onestà sottolineato come proprio Palladino _ colpevole all’inizio di aver insistito troppo con la difesa a 3 e Biraghi centrale _ abbia creato l’assetto che aveva in Bove una chiave determinante per l’equilibrio. Vediamo cosa porterà il mercato, di sicuro Colpani dovrà uscire dalla sua condizione irrisolta fra centrocampo e difesa: è sinceramente un peccato vedere un giocatore di talento incapace di affrontare l’uomo laddove può fare la differenza. Il numero dei rimbalzi è stato avvilente, tanto è vero che Colpani quasi neanche prova più il dribbling. Aggiungiamo che Colpani a Monza ha segnato 7 degli 8 gol giocando da trequartista e siccome anche lì Palladino era l’allenatore, ci domandiamo quale sia il motivo di questa involuzione declinata in più ruoli diversi da quello naturale. Unica certezza: essendo Colpani un inamovibile, la questione andrà risolta per lo stesso bene di Palladino (che sicuramente continuerà a schierarlo).

Eccoci a Gudmundsson, il quale porta in giro la sua classe superiore - nessun dubbio - insieme a un’imprevista difficoltà a penetrare nel centro del gioco. Sembra quasi che non riesca ad accendersi. Lampettini, scaglie brillanti, poi l’espressione del volto racconta da sola che il motore gira senza la pienezza dei giri. Quindi, c’è qualcosa che non va. Problema di gestione fisica dopo l’infortunio, o di posizione? O qualcos'altro? Nel Genoa Gud era un libero d’attacco, qui viene chiamato a contribuire alla fase difensiva diffusa e un po’ di energie le disperde in questo: non basta comunque a giustificare la mancata accensione del più forte giocatore che la Fiorentina ha in rosa. Anche questo sarà un aspetto da affrontare con molta attenzione, ma insistiamo, c’è qualcosa che ci sfugge.

Infine, per apprezzare ancora di più la situazione attuale immaginiamoci il disastro che avrebbe aggiunto la terza sconfitta consecutiva in un dicembre complicato per la resistenza mentale della Fiorentina, perché quello che è successo intorno a lei non si augurerebbe al peggior nemico.

Il punto di Torino è stato dunque magico, un probabile bivio della sorte: rivisti alla moviola del destino stagionale nei momenti clou, lo scivolone di Cambiaso e il rimpallo diventato all’87’ un assist per Sottil assomigliano al pestone di Nuno Tavares sul piede di Dodo piantato sulla linea di fondo, perché agli sgoccioli anche allora la Fiorentina domò una partita essenziale (rigore al 91’) e orientò il suo futuro verso una stagione opposta. Anche in quel caso bisogna pensare che cosa sarebbe successo se la Fiorentina non avesse battuto la Lazio, questo per ricordare sempre che esistono partite-chiave all’interno di un’annata. Tecnicamente si chiamano segni del destino, sarebbe un peccato non averne rispetto.