BUON ANNO. A PALLADINO TOCCA RISOLVERE IL GRAN MISTERO DEL NORD
La Fiorentina coglie un buon punto a casa della vecchia signora e la sua classifica rimane molto ghiotta. La rete del pareggio è firmata da Sottil con un gol che ricorderemo per beltà e fattura. E’ un piacere commentare una rete così importante di un giovanotto sul quale s’ addensavano molte speranze ad inizio stagione, ma che le aveva talvolta disattese. Adesso la posizione dell’esterno sembra più solida, in virtù del gol, ma anche di alcune prestazioni in crescita da un po’ di tempo.
Chi invece delude e perplime è il grande talento islandese Gudmundsson, ancora una volta in ombra. L’attaccante sembra un altro giocatore rispetto alla miglior versione vista a Genova. Al tempo del suo costoso arrivo, si sprecarono paragoni fin troppo blasonati con un altro grande talento che veniva dal nord, quale ‘ Uccellino’ Hamrin, anche chi scrive azzardò l’ardito accostamento. Un paragone che visto il Gudmundsson attuale fa sorridere con amarezza.
E’ inutile girarci attorno, il mistero Gudmundsson è reale. Il perché renda così poco ed appaia sperso e spaesato come un dolce cucciolo d’husky nel deserto, è un busillis degno degli enigmi sulla costruzione delle piramidi o sul triangolo delle Bermuda. C’è chi accampa guai fisici ignoti, imbarazzi tattici o problemi psicologici da mancato inserimento nell’ambiente.
Quale che sia la ragione del gran mistero del nord, è questo il grande tema che preoccupa nella fine del ‘24 e nerll’inizio del ‘25. La soluzione del problema è al primo posto della lista di cose da risolvere sulla scrivania di Palladino.
Ma proprio il tecnico viola ha giustamente fatto notare dopo la Juve che ciò che sta facendo ed ha fatto la Fiorentina in questa stagione è straordinario, cioè in senso etimologico superiore, strabordante ciò che è ordinario, normale, consueto, abituale. E questo non va scordato in nome di aspirazioni, pretese, aspettative, legittime, ma eccessive: la Fiorentina ad inizio anno partì per giungere settima, ottava, sesta a dir tanto. Ad oggi è quinta, con il quarto posto a 3 lunghezze. Perciò ha già fatto moltissimo, ciò non significa che i tifosi non possano sperare in qualcosa di più. Ma non pretenderlo, esigerlo da un gruppo che ha dato moltissimo e a cui non sono mancati i guai.
Infine, a brevissimo c’è il mercato dove alcune lacune potranno essere sanate, dove a qualche guaio si cercherà di porre rimedio.
Per chiudere diciamo due parole sulla mancata esultanza di Kean a Torino. L’atteggiamento non mi è piaciuto, ma lo trovo ‘ generazionale’. E’ la generazione dell’attaccante viola, e quelle più giovani, ad essere particolarmente enfatica, ad ingigantire parole ed esperienze. Basta udire i testi della musica che ascoltano, i sentimenti vi sono rappresentati con parole grosse, concetti estremi. Tutto è estremo e più grande, compresa la breve esperienza bianconera dell’attaccante viola, degna nella sua percezione gonfiata di una squilibrata manifestazione di ‘ rispetto’.
Nella realtà: una cosa è Batistuta che a Firenze scrisse la storia per molti anni e che poi andò a Roma e si astenne da sguaiati festeggiamenti al suo gol. Una cosa è Baggio che quando se ne andò a Torino scoppiò la rivoluzione, tanto che ancora se ne parla e per pudore non si sentì di battere il famoso rigore e poi esultare sul mostaccio dei suoi vecchi tifosi.
Un’altra, davvero tutta un’altra storia è Kean che dai bianconeri venne sbolognato in fretta perché poco o nulla aveva fatto in maglia Juve, ma che non esulta per aver segnato nel luogo che a suo stesso dire l’ha accolto, lo ama e lo coccola. Ma il senso delle proporzioni, come detto, è sinonimo di maturità, equilibrio, misura.
Ma l’anno nuovo incombe, la festa dei santi Silvestro e Zotico di Costantinopoli, ricordati il 31 Dicembre, è passata. L’alba del 2025 è ormai sorta ed è un piacere fare a tutti un augurio di un anno sereno e sempre viola.
Buon Anno Nuovo amici!