Arbitri e Var, così si fa male al calcio: la soluzione può essere una nuova federazione
Gli arbitri e le direzioni di gara sono da sempre uno dei temi più discussi nel calcio italiano, soprattutto a causa della percezione di una mancanza di uniformità e terzietà nelle decisioni. L’impiego della tecnologia, avviato dalla stagione 2017-2018, aveva lasciato sperare in scelte più eque e soprattutto in una linea chiara e conforme, da parte degli arbitri, nella gestione dei vari episodi. Maggior equilibrio e più lealtà, garantita dalla neutralità del mezzo tecnologico. Ma ad oggi, dopo sette anni dall’introduzione del Var, siamo di fronte a un bluff malcelato dalla discrezionalità dell’utilizzo del mezzo stesso, che ha lasciato all’interpretazione di chi arbitra, ma soprattutto di chi è dietro al monitor, una buona percentuale di scelta. Un cortocircuito che ha trascinato il calcio nuovamente nelle polemiche.
CAOS - Juventus-Lazio, Milan-Udinese, Roma-Inter dell’ultimo turno di campionato hanno scoperchiato il vaso di Pandora e messo in luce tutte le criticità di un sistema che a oggi non funziona. Il banco è saltato, perché ormai è chiaro che la difformità di giudizio per episodi simili è un fattore che può condizionare l’andamento del campionato. Il mancato cartellino rosso a Douglas Luiz per il colpo rifilato a Patric è uno di quei fatti che ha scatenato accese polemiche. Il “J’accuse” del ds biancoceleste, Angelo Fabiani, non ricade sull’arbitro, che per altro ha ricevuto i complimenti della stessa dirigenza laziale. “Sacchi ha arbitrato bene, anzi gli ho fatto i complimenti – ha spiegato Fabiani nel post partita - . Il problema ricade sul Var, cosa devo pensare? Che fossero tutti distratti… (al Var, ndr), che stessero sorseggiando un caffè per la stanchezza, perché stare davanti a un monitor può essere stancante. Bene, se si è sbagliato, allora è giusto che si dia a chi era al Var questa sera un po' di riposo. Questo alza il livello di guardia in certe situazioni. Non è solo la Lazio a lamentarsi, ma tutte. E a noi comunque mancano punti in classifica...”. L’arbitro Sacchi, pur gestendo globalmente bene Juventus-Lazio, non è stato coadiuvato a sufficienza da Di Paolo. In episodi chiave, come il fallo di Douglas Luiz, si è affidato al Var che certo non è stato sul pezzo, scatenando la comprensibile amarezza di dirigenza e tifosi laziali.
CASI SIMILI, DECISIONI DIVERSE - Qui emerge una questione fondamentale: come è possibile che, nello stadio della Juventus, dove ci sono più telecamere che spettatori, le immagini decisive per giudicare un episodio così delicato siano state così limitate? Che l’episodio non sia stato vivisezionato e analizzato con precisione? Tutto ciò non fa che alimentare dubbi sulla capacità del sistema attuale di garantire decisioni chiare e imparziali. L’episodio viene messo a confronto con altri accaduti in questo turno di campionato e non solo. Si pensi al fallo di Romagnoli su Kalulu che ha portato al rosso per il centrale laziale, dopo on field review e invece al contatto tra Cristante e Thuram in Roma-Inter (fattispecie praticamente identica) lasciato scivolare via invece senza provvedimenti per il centrocampista della Roma. O al rigore non concesso all’Udinese nel match di San Siro contro il Milan per l’intervento di Pavlovic su Kabasele, in una dinamica simile a quella che aveva portato invece al rigore per la Fiorentina, per il contatto Tavares-Dodò e poi al gol di Gudmunsson che aveva condannato la Lazio alla sconfitta contro i viola.
TRASPARENZA - Questo ci pone di fronte a un problema evidente: la mancanza di uniformità di giudizio in episodi che rientrano nelle stesse fattispecie. Proprio da qui nasce la proposta di un cambiamento radicale nel sistema arbitrale italiano: creare una Federazione Arbitri autonoma, completamente indipendente dalla FIGC e dalla Lega Calcio. Gli arbitri non dovrebbero essere subordinati alle stesse istituzioni che governano i club e le competizioni. Separare l’autorità arbitrale dal sistema in cui operano i club significherebbe eliminare alla radice ogni possibile sospetto di influenze esterne o di pressioni da parte di figure forti del calcio italiano. Juventus-Lazio è solo la punta dell'iceberg. La stessa Juventus, veniva da giorni di polemiche per la squalifica di Conceicao (espulso per doppia ammonizione contro il Cagliari), episodio che aveva fatto discutere e per il quale la Juve si sentiva danneggiata. Un tam-tam di analisi e discordanti valutazioni che in casa bianconera avevano agitato e non poco le acque dell'ultima settimana. Vicende e circostanze che, se lette a ritroso, rispetto alla gara con la Lazio, rischiano di soffiare come vento sul fuoco del dubbio. La squadra di Motta infatti si è ritrovata coinvolta sabato in episodi controversi, giudicati in maniera quantomeno morbida. Una coincidenza, certo, ma è proprio questo tipo di coincidenze che alimenta il clima del sospetto e di conseguenza il dibattito sulla parzialità o trasparenza del sistema arbitrale.
SOLUZIONE - Sport e Salute, l’ente che già sostiene lo sport a livello federale, potrebbe finanziare direttamente la Federazione Autonoma Arbitri, come parte di un progetto di riforma che sposterebbe il finanziamento fuori dal circuito della FIGC. In questo modo, gli arbitri non dipenderebbero più da chi organizza i campionati, ma avrebbero una loro autonomia finanziaria e operativa. L’istituzione di una federazione completamente autonoma avrebbe il potenziale di eliminare molte delle incertezze che oggi invece aleggiano sul calcio, riportando in alto la fiducia nei confronti del sistema arbitrale. L'obiettivo finale è un sistema dove la terzietà sia garantita, nel quale le decisioni siano prese senza il potenziale peso di influenze esterne, in cui l’arbitro di campo non sia ostaggio del Var. Insomma una nuova frontiera in cui i giudizi, come quello su Romagnoli o Cristante, siano sempre uguali per tutti. Il calcio italiano ha bisogno di un segnale forte e la creazione di una Federazione Arbitri autonoma, finanziata e gestita in maniera indipendente, rappresenterebbe quel cambiamento necessario per restituire credibilità all'intero movimento calcistico.
Pubblicato il 21/10