Metamorfosi Milan. Non buttate di nuovo tutto all'aria. Sarri colpevole ma i viziati strapagati sono in campo. Lecce non mollare: con il Genoa non è finita
Abbiamo sputato fuoco sul diavolo. Lo abbiamo fatto senza pietà perché una società come il Milan merita di essere gestita da Milan. Perché un club così prestigioso dovrebbe avere i domiciliari fissi in Europa. Quella che conta. Questa squadra, post lockdown, ci sta sorprendendo in maniera clamorosa e il merito va attribuito esclusivamente a Stefano Pioli e alla squadra. Le motivazioni, dopo la ripresa, potevano essere meno di zero. Bastava vedere la classifica e il rischio crollo era dietro l'angolo. Durante la quarantena abbiamo parlato solo dell'addio di Boban, del futuro a Monza di Ibrahimovic e dei tedeschi pronti a sbarcare a Milanello. Proprio a Milanello, invece, hanno dimostrato grande professionalità mentre Gazidis invitava Maldini al cancello verde del centro sportivo. Nel gruppo hanno remato tutti dalla stessa parte; anche coloro che avevano il contratto in scadenza al 30 giugno e si sono fermati due mesi in più. Non per fare i turisti. Forse è vero quello che dice qualcuno: stanno giocando per la propria carriera e per il proprio interesse. Mi sembra ovvio e scontato. Ditemi, di questi tempi, un calciatore che gioca per la maglia. Al Milan si sono trasformati e le polemiche le hanno trasformate in energia positiva. Pioli potrebbe restare? Ce lo auguriamo ma sarebbe l'ennesima dimostrazione di una dirigenza che va a destra e sinistra come una bandiera spostata dal vento. Progetti non ne abbiamo, viviamo alla giornata. Bravo Pioli, bravi i ragazzi ma al vertice c'è troppa confusione. Queste giornate di campionato, però, stanno rivalutando il lavoro fatto in sede di mercato da Boban e Maldini. I cavalli si vedono all'arrivo e questi calciatori non si stanno dimostrando dei bluff. Anzi.
Stasera toccherà alla Juventus. La squadra che abbiamo visto, in tutta la stagione, è la brutta copia della Juve degli ultimi anni. Dalla Coppa Italia in poi non ne parliamo neanche. Può anche vincere il campionato ma se non cambia qualcosa questa squadra non ha un futuro dal 12 settembre in poi. Sarri ha le sue colpe, lo diciamo e lo ripetiamo. Doveva farsi rispettare sul mercato e non deve imborghesirsi con i 5 milioni netti a stagione sul conto corrente. Sono mesi che il tecnico ha perso il controllo del gruppo ed è giusto fare le opportune valutazioni al termine della stagione ma dare le colpe solo alla guida tecnica sarebbe da ipocriti e soprattutto riduttivo. Una spiegazione la devono dare, come sempre, i calciatori. I problemi principali arrivano sempre dal campo. la fortuna e la sfortuna degli allenatori sono i calciatori. Se decidono di seguirti o se decidono di fare i fenomeni viziati.
Al Milan hanno deciso di farsi rispettare perché sono giovani e devono costruirsi un futuro. Stesso discorso a Bergamo e Sassuolo. Sarà un caso? Non lo è. Allenatori bravi, calciatori giovani e volenterosi. A Torino camminano, pensano al futuro senza grossi problemi e vogliono sudare poco in campo, di più in palestra per fare addominali e bicipiti. Pancia piena, conto corrente strapieno. La Juventus ha bisogna di gente che morda, non di calciatori a passeggio sul prato verde. Troppi stanno dando meno del 50%. Colpa di Sarri, certo, colpa di Paratici vero ma i tifosi dovrebbero iniziare a prendersela anche con ragazzi miliardari e viziati. La figura di Buffon serve anche a questo ma, finora, non ha ottenuto il risultato sperato dalla dirigenza. Manca il dna juventino. Deve venire fuori ora, prima che sia troppo tardi.
Per la bassa classifica, la vittoria del Genoa sul Lecce segna un punto di svolta. Genoa quasi salvo, Lecce quasi retrocesso. Liverani non doveva sbagliare la partita con la Fiorentina e ha pagato l'avvio choc di Marassi. Questo Lecce, però, è stato anche tanto sfortunato. Meriterebbe la salvezza solo per la serietà societaria. Da tempo, ormai, il discorso retrocessione è riservato a due squadre: Genoa e Lecce. Teniamo fuori Torino e Udinese mentre si è tolta brillantemente dai guai la Sampdoria, grazie a Claudio Ranieri. Il Lecce ha ancora qualche chance di salvezza. Poche. Un 20% lo lasciamo e se avesse pareggiato ieri avremmo tenuto anche un 49%. Perché il calendario non è malaccio per Liverani. Anzi. Il Genoa ce l'ha più duro, tranne all'ultima dove Preziosi avrà gli amici di Verona ospiti di eccezione a Marassi. Il duello Genoa-Lecce serviva che durasse fino alla fine anche al campionato. Lecce ha una piazza che merita la serie A, Genoa anche ma la società che hanno costruito nel Salento è un modello di organizzazione che meriterebbe un'altra chance in A con un campionato normale e con i tifosi sugli spalti. Quando tutto sembra finito, a volte, le storie ti sorprendono. Liverani ci deve credere perché alla fine potrà dire di non aver avuto alcun rimpianto. E se doveva andare così vada pure. Riprovarci sarà un dovere nel futuro.