Juve, solito derby vinto in panciolle. Ma che delusione il Torino senz'anima e senza idee dello Stadium...
In totale scioltezza.
La Juve ha gestito il match a proprio piacimento
La Juventus, rinverdendo una tradizione ormai (ahi Toro) pluridecennale, ha disposto a proprio piacimento dei granata di Paolo Vanoli, decidendo quando accelerare e quando tirare il fiato. La strategia di Motta era chiara: cercare di chiudere la gara già nel primo tempo. E in effetti i bianconeri ci sono andati vicino, producendo il solito calcio fatto di azioni corali palla a terra, pressing alto e ricerca del gol attraverso la manovra del collettivo.
Nella ripresa si è palesata tutta l'inconsistenza del Toro
E se in quella fase del match poteva essere comprensibile l’affanno del Torino, schiacciato nella propria metà campo e sottoposto alla costante pressione juventina, tutta la pochezza e l’inconsistenza della squadra granata è venuta fuori nella ripresa. I bianconeri – rischiando teoricamente qualcosa – hanno infatti abbassato i ritmi, lasciando maggiormente l’iniziativa a Vlasic e compagni e attendendo il momento giusto per colpire negli spazi. In quel frangente gli “ospiti” avrebbero dovuto alzare i giri, provando seriamente a pungere lo sfaccendato Perin. Ma il problema è che il Toro, senza un terminale come Zapata, risulta piatto come il mare della Sardegna d’estate. Non un'invenzione individuale, non un’idea di gioco, non uno spunto illuminante in grado di innescare il povero Sanabria, abbandonato a sé stesso nella morsa della retroguardia di Thiago Motta.
E proprio su questa cronica incapacità di cambiare passo dei granata ha speculato la Vecchia Signora, che prima ha flirtato col raddoppio e poi, con l’ingresso di Conceicao, ha assestato il colpo di grazia: da scartare come un cioccolatino l’assist del giovane portoghese per Yildiz, che di testa da due passi ha messo in ghiaccio la partita.
Una Juventus "solida e seria"
In definitiva, ha ragione Motta a definire la Juve di ieri “solida e seria”, oltre che bella e propositiva nel primo tempo. Kalulu e compagni non hanno mai rischiato niente. Ma davvero troppo evanescente è stato il Torino per impensierire non solo la Juventus, ma qualunque compagine ben organizzata dalla cintola in giù.