Bologna, la gara di ieri è lo specchio della stagione: emiliani belli e incompiuti. In Champions League come in serie A

Uno spartito già visto. Più e più volte.

Bologna, un calcio bello, piacevole e... incompiuto

La sfida del Villa Park di Birmingham contro l’Aston Villa di Unai Emery non ha detto nulla di particolarmente nuovo sul Bologna di questo scorcio iniziale di stagione. Gli emiliani approcciano bene le partite, sviluppano un buon calcio manovrato, arrivano con una certa pericolosità alla conclusione ma poi, al momento decisivo, manca sempre la stoccata vincente.

Ieri la gara di Champions League avrebbe potuto prendere una piega ben diversa se nei primi minuti Dallinga, sull’ottimo assist filtrante di Ndoye, avesse calciato con maggiore potenza e precisione. Il tiro dell’attaccante emiliano invece è stato debole e non troppo angolato, favorendo il provvidenziale intervento del “Dibu” Martinez. Ma non è stata quella l’unica occasione costruita dall’undici di Italiano nel primo tempo: in un altro paio di circostanze è mancato l’ultimo passaggio o una finalizzazione più “cattiva” ed efficace.

Alla lunga gli inglesi hanno meritato i tre punti

Intendiamoci: la vittoria degli inglesi è stata tutt’altro che immeritata: anche McGinn e compagni, fin dalla prima frazione di gioco, hanno creato tanto, impegnando a ripetizione un ottimo Skorupski. Le folate ariose dei padroni di casa, abilissimi nel palleggio ma anche a sfruttare la profondità, hanno messo in apprensione la retroguardia felsinea. Tuttavia anche nella ripresa Posch ha avuto un’ottima occasione per battere Martinez, ma il suo tiro dal limite è risultato, ancora una volta, strozzato e impreciso.

In Champions League come in serie A: stessi pregi, stessi difetti

Insomma, i problemi del Bologna formato-Champions League sono esattamente gli stessi rispetto a quelli della squadra vista in campionato. Vincenzo Italiano ha dichiarato che “in questo momento ci gira un po’ così”, ma la sensazione è che davanti, al netto del grande impegno profuso da Castro e Dallinga e del prezioso lavoro che tutti gli uomini dell’attacco svolgono per la squadra, manchi proprio il finalizzatore chirurgico. Il centravanti che, con pochi fronzoli, trasforma ogni mezza occasione in gol.