La due giorni di Champions League promuove le squadre italiane: col gioco e col coraggio l'Europa non è più un tabù
Un bilancio agrodolce sotto il profilo dei risultati, con tre vittorie e due sconfitte. Ma, tirando le somme, il dato che balza maggiormente agli occhi dopo questa intensa due giorni di Champions League è la ritrovata competitività delle formazioni italiane in Europa. In tutte e cinque le partite disputate tra martedì e mercoledì, infatti, le avversarie delle nostre squadre hanno incontrato grandi difficoltà e, spesso, sono state messe all’angolo. Tantissime le occasioni create, sia in casa che in trasferta, dalle due milanesi, dalla Juve, dall’Atalanta e dal Bologna. Segno del fatto che forse la qualità e la cifra tecnica dei singoli non saranno ancora quelle delle migliori compagini di Liga e Premier League, ma l’organizzazione di gioco e l’impianto tattico delle italiane incidono – eccome – anche contro avversarie di altissima levatura. Comprese le candidate alla vittoria finale della massima rassegna continentale.
Bologna e Milan sciupone a Liverpool e a Leverkusen
Pensiamo ad esempio a Liverpool-Bologna. Alzi la mano chi pensava che l’undici di Italiano avrebbe seriamente rischiato, fino a un quarto d’ora dalla fine, di portare via almeno un punto da Anfield. L’attacco felsineo ha fatto vedere i sorci verdi alla difesa dei Reds, costruendo almeno quattro-cinque palle gol nitidissime sullo 0-1. Stesso discorso per il Milan a Leverkusen: i rossoneri hanno pagato l’approccio molle del primo tempo, ma dopo il gol di Boniface a inizio ripresa hanno avanzato il baricentro e messo a ferro e fuoco la retroguardia teutonica.
La grande notte di Atalanta e Juventus
Tutto fin troppo facile per l’Inter, contro una Stella Rossa oggettivamente abbordabile, mentre le grandi protagoniste della due giorni di Champions sono state la Juventus e l’Atalanta: bergamaschi sempre dominanti a Gelsenkirchen, dove hanno impartito un’autentica lezione di calcio al malcapitato Shakhtar. Bianconeri superlativi a Lipsia, dove hanno ribaltato il risultato mantenendo la barra dritta e non rinnegando la propria filosofia di gioco nemmeno con l’uomo in meno per quaranta minuti.
In Europa il coraggio paga
In definitiva, il minimo comune denominatore delle cinque partite è la grande mole di occasioni da rete create dalle squadre italiane. Segno che, se si gioca con coraggio e accettando qualche rischio dalla cintola in giù, si può far male anche alle corazzate europee.