Juve, col Cagliari hai fatto il contrario di ciò che avevi fatto a Lipsia. Premiata la perseveranza dei rossoblù
Un piccolo passo indietro, figlio forse dell’eccessiva sicurezza. Sull’onda lunga dell’esaltante successo ottenuto in Germania, in Champions League, a spese del Lipsia.
Buon primo tempo, ma ritmi troppo lenti nella ripresa
La Juventus vista contro il Cagliari ha convinto soltanto a metà. Dopo un buon primo tempo, condotto col piglio giusto e con una certa disinvoltura – favoriti anche da qualche imprecisione di troppo dei rossoblù soprattutto in fase di prima costruzione – i bianconeri hanno commesso un errore fatale nella ripresa: hanno puntato a gestire il minimo vantaggio, limitando i rischi in fase difensiva ma, di fatto, allentando sensibilmente la pressione. Il Cagliari ne ha approfittato, grazie anche ai cambi di Nicola, e ha assunto un assetto più spregiudicato, dando sempre la sensazione – anche a fronte delle poche occasioni da gol create – di poter rientrare nel match.
I demeriti della Juventus e i meriti del Cagliari
Alla fine è bastato un episodio, un netto fallo da rigore di Douglas Luiz su Piccoli, perché la gara cambiasse radicalmente. Non certo iniquo il pareggio dei sardi, che hanno avuto il merito (e la fortuna) di tenere botta nel primo tempo e di concedersi così una chance negli ultimi venti-venticinque minuti di gioco, ma la Juventus ha fatto esattamente l’opposto di ciò che aveva fatto a Lipsia. Anziché continuare a spingere, nel secondo tempo ha innestato il pilota automatico. Si è limitata a impensierire Scuffet solo con due occasioni capitate sui piedi di Vlahovic (la seconda sesquipedale, ca va sans dire…) e poco altro. Non ha concesso molto al Cagliari, ma si è consapevolmente e colpevolmente esposta al rischio che accadesse ciò che è accaduto: che la perseveranza degli isolani venisse premiata e che il canovaccio della sfida – complice anche l’espulsione di Conceicao – venisse stravolto. Chissà: se il match fosse durato altri dieci minuti magari sarebbero stati gli ospiti, con l’uomo in più, a portarsi via i tre punti.
Un 1-1 che dovrà servire da lezione
Ad ogni modo, Thiago Motta lo ha sottolineato subito: questa partita deve essere di monito per il futuro. Il tecnico bianconero non ha alcun dubbio, per quella che è la sua filosofia calcistica, su cosa sia meglio fare tra amministrare un risicato 1-0 e “continuare ad attaccare” (come dice lui stesso). Ora tocca alla squadra seguirlo fino in fondo. Ma sempre, in ogni gara. Non solo sui palcoscenici dorati e scintillanti della Champions League.