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Gnabry e il gene Bayern Monaco: "Vuoi e devi sempre vincere, ma tutti vogliono batterti"

Gnabry e il gene Bayern Monaco: "Vuoi e devi sempre vincere, ma tutti vogliono batterti"TUTTO mercato WEB
© foto di Getty/Uefa/Image Sport
Oggi alle 00:10Calcio estero
di Yvonne Alessandro

Falcidiato dagli infortuni la scorsa stagione, con soli 764 minuti giocati, Serge Gnabry vuole prendersi la sua rivincita. L'ala sinistra classe '95 sa che c'è molta concorrenza al Bayern Monaco e con Vincent Kompany questa stagione gli obiettivi sono tornati ambiziosi e da non fallire, specialmente da parte sua che gioca con la maglia dei Die Roten ormai da sei anni. Ragion per cui, nell'intervista al magazine del club bavarese, gli viene chiesto cosa rappresenti il DNA Bayern.

"Lo descriverei così: vuoi sempre vincere, devi sempre vincere, e nel contempo tutti gli altri vogliono batterti. Devi combattere costantemente contro questo perché non vuoi perdere, a qualunque costo. Ho adottato questo gene molto rapidamente. È molto difficile per me immaginare di non sentire questa mentalità in me a un certo punto".

Una mentalità da big d'Europa che viene naturalmente, spiega Gnabry: "Accade in modo piuttosto automatico. Chiunque venga al Bayern si rende conto molto rapidamente che in allenamento soffia un vento diverso, che le partite vengono affrontate in modo diverso. Vedi, senti e vivi questo desiderio di vincere sempre ogni giorno. È proprio da qui che deriva questa speciale ambizione, questo gene."

Su che livello abbia raggiunto dal 2018 ad oggi al Bayern: “Direi che sono arrivato alla fase dell'età adulta, alla fase della ragione. In ogni senso. E questo si sente bene. Certo, l'entusiasmo giovanile del passato era fantastico. Ma ogni cosa a suo tempo. L'anno prossimo compirò 30 anni, il che fa sempre pensare che i calciatori debbano iniziare a pensare al dopo. Ma sicuramente non mi sento ancora così - nemmeno come se avessi 29 anni (sorride, ndr).”

A 29 anni è nel pieno della sua carriera, tra giocatori come Musiala e Thomas Muller. Ma c'è ancora da imparare: “Maggiore buon senso dai giocatori più anziani. Anche Thomas sta iniziando a essere sensato ora (ride, ndr). E dai più giovani, la gioia di vivere e la felicità con cui affrontano le cose. A volte è meglio non pensare troppo. Entrambi sono arricchenti".

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