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Mina: "Devo molto a Ranieri. Sono rimasto impressionato da due giocatori del Cagliari"
Yerry Mina, difensore del Cagliari, si è raccontato in una lunga intervista ai canali ufficiali della Lega Serie A: "Quando ero ragazzo, ero molto timido e preferivo stare sempre a casa. Penso di essere cambiato mentalmente da quando ho ricevuto un'opportunità importante: il dono di poter aiutare la mia famiglia. Fu allora che mi resi conto che Gesù Cristo mi aveva fatto un regalo prezioso. Questa consapevolezza mi ha spinto a voler sostenere non solo i miei cari, ma anche gli amici e il villaggio dove sono cresciuto. L’idea è nata un giorno, mentre ero con mio padre a Bogotà. Abbiamo sempre cercato di aiutare gli altri, ma volevamo trovare un modo più concreto per lasciare un segno. Così è nata la Fondazione Yerry Mina. La nostra missione è insegnare ai bambini valori fondamentali e guidarli nelle loro scelte di vita, in modo che un giorno possano diventare calciatori, ingegneri, medici o professionisti in altri campi. Attraverso il calcio, la musica e la danza, abbiamo un impatto sulla vita di tante persone, aiutandole a trovare una strada per uscire da situazioni difficili e migliorare il futuro delle loro famiglie".
Prosegue quindi Mina: "Parlando di calcio, devo molto a Claudio Ranieri. È davvero un grande uomo. Mandategli sempre messaggi pieni di gratitudine, perché ha fatto tanto per me. Quando sono arrivato in squadra, ero in un brutto periodo: non stavo giocando, ero fuori forma, e la mia fiducia era a terra. Lui mi ha accolto, mettendomi un braccio intorno alle spalle, e mi ha preso sotto la sua ala protettrice. Non c’è nessuno come lui. Ranieri è un allenatore straordinario e una persona da cui ho imparato moltissimo. Ora con David, il nostro nuovo allenatore, sto imparando cose nuove. Ha un approccio diverso, ma è altrettanto ambizioso, con una mentalità vincente. Questo è ciò che mi piace di lui: indipendentemente dai risultati, lavora sempre sodo e spinge tutti a dare il massimo. Ricordo che, il giorno in cui sono arrivato, mi disse: “Anche se i risultati non arrivano subito, con il duro lavoro cambieremo le cose e i gol arriveranno.” Queste parole mi hanno colpito, e ogni giorno imparo qualcosa di nuovo da lui. Spero di raggiungere traguardi importanti con lui e con questa squadra".
E ancora: "Quando mi sono unito al club, sono rimasto impressionato dai miei compagni di squadra, in particolare da Nicola Viola e Gianluca Lapadula. Avevo già affrontato Lapadula a livello internazionale, ma vederlo lavorare ogni giorno, con il suo atteggiamento positivo e la dedizione, è davvero fonte di ispirazione. È raro trovare persone così: sempre pronte a dare il massimo senza lasciarsi sopraffare dalla rabbia. È un piacere e un orgoglio condividere il campo con loro. C’è stato un episodio particolare che mi ha fatto sorridere. Durante una partita (Cagliari-Juventus della scorsa stagione ndr), il mister mi aveva assegnato il compito di tirare un calcio di rigore. Ma prima che potessi andare sul dischetto, Gianluca Gaetano si avvicinò e mi disse: “Lasciamelo tirare, mia figlia sta guardando, anche la mia famiglia è qui.” Gli risposi: “Va bene, ma se sbagli, non succederà più!” Fortunatamente segnò. Quando poi ci fu un secondo rigore, provò di nuovo a chiedermelo, ma gli dissi scherzando: “Aspetta un attimo, ne basta uno!” È stato un momento speciale, pieno di comprensione reciproca. Alla fine, l’importante è stato segnare entrambi i rigori e contribuire al risultato positivo della squadra".
Prosegue quindi Mina: "Parlando di calcio, devo molto a Claudio Ranieri. È davvero un grande uomo. Mandategli sempre messaggi pieni di gratitudine, perché ha fatto tanto per me. Quando sono arrivato in squadra, ero in un brutto periodo: non stavo giocando, ero fuori forma, e la mia fiducia era a terra. Lui mi ha accolto, mettendomi un braccio intorno alle spalle, e mi ha preso sotto la sua ala protettrice. Non c’è nessuno come lui. Ranieri è un allenatore straordinario e una persona da cui ho imparato moltissimo. Ora con David, il nostro nuovo allenatore, sto imparando cose nuove. Ha un approccio diverso, ma è altrettanto ambizioso, con una mentalità vincente. Questo è ciò che mi piace di lui: indipendentemente dai risultati, lavora sempre sodo e spinge tutti a dare il massimo. Ricordo che, il giorno in cui sono arrivato, mi disse: “Anche se i risultati non arrivano subito, con il duro lavoro cambieremo le cose e i gol arriveranno.” Queste parole mi hanno colpito, e ogni giorno imparo qualcosa di nuovo da lui. Spero di raggiungere traguardi importanti con lui e con questa squadra".
E ancora: "Quando mi sono unito al club, sono rimasto impressionato dai miei compagni di squadra, in particolare da Nicola Viola e Gianluca Lapadula. Avevo già affrontato Lapadula a livello internazionale, ma vederlo lavorare ogni giorno, con il suo atteggiamento positivo e la dedizione, è davvero fonte di ispirazione. È raro trovare persone così: sempre pronte a dare il massimo senza lasciarsi sopraffare dalla rabbia. È un piacere e un orgoglio condividere il campo con loro. C’è stato un episodio particolare che mi ha fatto sorridere. Durante una partita (Cagliari-Juventus della scorsa stagione ndr), il mister mi aveva assegnato il compito di tirare un calcio di rigore. Ma prima che potessi andare sul dischetto, Gianluca Gaetano si avvicinò e mi disse: “Lasciamelo tirare, mia figlia sta guardando, anche la mia famiglia è qui.” Gli risposi: “Va bene, ma se sbagli, non succederà più!” Fortunatamente segnò. Quando poi ci fu un secondo rigore, provò di nuovo a chiedermelo, ma gli dissi scherzando: “Aspetta un attimo, ne basta uno!” È stato un momento speciale, pieno di comprensione reciproca. Alla fine, l’importante è stato segnare entrambi i rigori e contribuire al risultato positivo della squadra".
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