Bucciantini a TuttoCagliari: "Riva è stato figlio del suo tempo, la sua una biografia dell'Italia del dopoguerra"
A margine dell'evento "El hombre vertical", tenutosi questa sera al Teatro Doglio in onore di Gigi Riva, il giornalista Marco Bucciantini è intervenuto ai nostri microfoni.
Ti sei focalizzato su figure come Maradona e Riva durante la serata, che sono due politici...
"Due grandi politici per una terra. Perché il buon politico include una terra in un discorso superiore, crea benessere e crea felicità. E loro sono riusciti a creare felicità e benessere dove hanno giocato e consentire a quel territorio di sentirsi un po' più inclusi in una nazione che era più distante da loro. E anche in uno spaccato, il gioco del calcio, il campionato di Serie A e lo scudetto che era inaccessibile per queste terre. Politici in questo senso: hanno ben rappresentato le terre. Per me la più bella missione di un politico è portare felicità e loro sono persone che hanno portato felicità".
Per quanto riguarda Riva, l'uomo, come lo avresti visto in un contesto come può essere il calcio degli anni '80-'90?
Secondo me lui è figlio del suo tempo, dell'Italia di quel tempo. Ho voluto cercare di spiegare oggi che la sua è un'autobiografia di una nazione. Una Nazione che esce da una guerra divisa e povera. La sua biografia è drammatica, difficile. Ci sono i lutti, come era in lutto l'Italia del '45. Poi c'è una crescita un riscatto, un sentirsi adeguato e poi anche in questo caso campione. Sono tutti valori di quel secolo che rimangono lì. La cosa più bella di Riva è la testimonianza che ha fatto di se stessa. Lui è stato aiutato e poi ha aiutato questa terra a diventare una cosa sola. Lui è rimasto in Sardegna, è stato fedele, fedele con se stesso. Lui testimonia con la sua vita e il suo è il messaggio più bello possibile. Non saprei dire chi l'ha raccolto, non saprei dire cosa sarebbe stato oggi. Intanto sono veramente contento di essere venuto a fare una particina in questa settimana.
Un parere sul Cagliari attuale? Domani il Cagliari di Nicola sarà impegnato contro il Milan. Come lo hai visto in questo scorcio e come lo vedi da qui a fine campionato?
Il Cagliari penso che starà per tutto il campionato in una zona di classifica dove è fondamentale avere pazienza e intelligenza e nervi saldi. Dove sai benissimo che in un mese puoi fare anche pochi punti perché giochi male, una volta giochi bene ma ti va male, una volta c'è un episodio contrario e non dipende da te. Però è una squadra che sa anche vincere le partite, se ha pazienza, se ci crede. In quella zona di classifica non ci sono valori troppo differenti. Magari c'è il Como che gioca in un modo, che è più piacevole da vedere; ci sono squadre che hanno un po' meno del Cagliari. Non mi sembra ci siano che hanno di più. I valori di quella zona di classifica sono molto vicini, la differenza la fa il sentimento, l'intelligenza, una squadra, un allenatore, un calciatore in difficoltà. Chi è più bravo a fare queste cose, alla fine trova punti. Lo vedo due partite sopra la salvezza. Può salvarsi un po' prima dell'ultima volta. Lo vedo tarato bene su queste cose. L'esperienza dello scorso anno secondo me è stata molto positiva e secondo me li ha fatti più forti. Però bisogna essere bravi ad avere questa pazienza.
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