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Riva, la sorella Lucia: "Dopo gli infortuni soffrivo a vederlo giocare. Non ho ancora metabolizzato la sua scomparsa"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
Oggi alle 14:00News
di Paola Pascalis
per Tuttocagliari.net

Riva, la sorella Lucia: "Dopo gli infortuni soffrivo a vederlo giocare. Non ho ancora metabolizzato la sua scomparsa"

Lucia Riva, sorella maggiore di Gigi Riva, ha rilasciato una lunga intervista a VareseNoi. Di seguito alcuni passaggi: "Io e lui ci sentivamo spesso e parlavamo sempre in dialetto come lui voleva sempre fare. Era molto legato ai miei figli Candida, Ugo e Mauro e non mancava mai l’occasione quando era in zona di venirci a trovare. Abbiamo trascorso diverse vacanze estive in Sardegna, dove abbiamo anche conosciuto tanti calciatori di quello storico Cagliari, tra i quali Nené, Tomassini, Reginato, Greatti". 

Com'era suo fratello da piccolo?

Sino alla morte di mia sorella Candida, spensierato, sempre in movimento. Poi la scomparsa di Candida e del papà gli ha cambiato il carattere, il suo modo per evadere era avere il pallone tra i piedi. 

Un ricordo di suo fratello calciatore?

Tanti, ma in qualche modo sono già stati tutti raccontati. Sinceramente nel vederlo giocare, dopo aver subito i due infortuni, soffrivo molto, pertanto non seguivo le partite, poi anche quando ci sentivamo, si parlava di tutto ma non di calcio ma ho un ricordo particolare legato al ritiro della Nazionale di quel periodo.

Ci racconta questo aneddoto?

Con mia figlia Candida e con Ugo, che erano piccoli, sono andato al trovarlo all'hotel Gallia di Milano dove erano in ritiro. Luigi mise in braccio a Facchetti la Candida e a Rivera Ugo. Facchetti chiese a mia figlia di recitare una preghiera per loro, cosi l'indomani avrebbero vinto la partita e la piccola Candida innocentemente si mise a dire l'Eterno Riposo, al che Facchetti rimase un po' sorpreso e le chiese il motivo di quella preghiera. Lei risposte che quella era la preghiera con cui i nonni e la zia aiutano lo zio Luigi.

In che occasione lo ha sentito per l'ultima volta?

Era il 15 gennaio, qualche giorno prima di lasciarci. Abbiamo parlato molto, era sempre lo stesso Luigi e nulla faceva presagire quello che sarebbe accaduto e che ancora oggi non sono per nulla riuscita a metabolizzare. Ovunque si trovi adesso sono certo che stia aiutando tutti come ha sempre fatto e finalmente potrà raccontare alla nostra mamma quello che ha fatto giocando con il pallone. Si perché, ironia del destino, la Edis non voleva che il figlio giocasse a calcio.