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ESCLUSIVA TC - MAURO VALENTINI: "Il Cagliari è stato un po' rinunciatario, ma se avesse sfidato la Juve a viso aperto avrebbe rischiato la goleada. Non capisco perché Nicola non schieri contemporaneamente i tre centrali: Mina, Luperto e Palomino"
Mauro Valentini, storico ex difensore del Cagliari, ha seguito con attenzione la sfida di ieri tra i rossoblù e la Juventus. Ai microfoni di Tuttocagliari.net Valentini affida le sue stimolanti riflessioni sul match e, più in generale, sull’atteggiamento tattico dell’undici allenato da Davide Nicola.
Mauro, ieri si è avuta la chiara sensazione che il Cagliari non abbia interpretato la gara nel modo migliore. Nel primo tempo i rossoblù, tenendo un baricentro molto basso, hanno subito pesantemente l’iniziativa dei bianconeri, e se non fosse stato per le paratissime di Caprile la sfida si sarebbe chiusa già ben prima del quarantacinquesimo. Non sarebbe stato auspicabile osare qualcosa di più, quantomeno riproponendo il trequartista fin dal primo minuto?
“Bisogna dire che la Juve era stanca dopo l’impegno di Champions, ma era anche ferita. E le squadre ferite, nel calcio, sono sempre pericolose… Secondo me tutto sommato il Cagliari ha fatto quello che doveva fare, ossia cercare di non subire troppo l’intraprendenza bianconera nel primo tempo per poi, nella ripresa, alzare il baricentro. Certo, non nego che l’approccio è stato un po’ rinunciatario, ma devo anche dire che nel secondo tempo i rossoblù hanno fatto bene e sono stati propositivi, con tanti uomini a sostegno della fase offensiva. Se avessimo affrontato la Juventus a viso aperto credo che già nel primo tempo non avremmo avuto scampo. Poi è vero che gli interventi in serie di Caprile hanno scongiurato un passivo più pesante, però abbiamo avuto la possibilità di provarci fino alla fine con convinzione e anche con una certa pericolosità. E per una squadra che si deve salvare tutto questo non mi sembra poi così male…”
Una considerazione tattica. Il Cagliari ha attaccato quasi esclusivamente allargando il gioco sulle fasce e tentando il traversone a centro area contro una difesa, come quella bianconera, fisicamente molto prestante. Non sarebbe stato opportuno variare un po’ di più la fase offensiva, magari attraverso la ricerca del palleggio, della profondità e dell’imbucata per vie centrali?
“In linea teorica sì, ma per provare l’imbucata ci vogliono i giocatori giusti per proporla e per riceverla. Il Cagliari invece, per caratteristiche tecniche, spinge molto sulle fasce e non dispone a centrocampo dei giocatori adatti a dettare le imbucate. Come, del resto, non ha neppure gli attaccanti adatti a riceverle. Per cui si tratta di una soluzione difficile da adottare per la squadra rossoblù. Piuttosto quello che io non capisco è perché Nicola, che peraltro è un mio amico, non abbia mai contemplato l’ipotesi di schierare contemporaneamente tutti e tre i centrali difensivi: Mina, Luperto e Palomino. Vedo tantissime squadre, anche quelle di alto rango, che utilizzano i tre centrali. Non mi spiego perché noi dobbiamo incaponirci a difendere a quattro: un sistema che presuppone la presenza di difensori veri, puri, che a noi mancano. Zappa e Augello non sono certo dei marcatori: devono essere lasciati liberi di affondare e di fluidificare. Noi abbiamo a disposizione tre centrali molto forti: perché dobbiamo sistematicamente rinunciare a uno di loro? Io proverei i tre dietro soprattutto in determinate partite, in cui c’è da essere pratici e da difendere bene e con ordine. Del resto, parliamoci chiaro: Zappa che marca Yildiz mi sembra un controsenso. Molto meglio chiedergli di lasciare andare la gamba e di spingere a tutta fascia.”
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